Il film: The Hunt, 2023. Regia di: Craig Zobel. Cast: Betty Gilpin, Emma Roberts, Hilary Swank, Justin Hartley, Ike Barinholtz, Glenn Howerton. Genere: Thriller, Azione, Satirico. Durata: 90 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Un gruppo di individui va a caccia di ignari esseri umani, adducendo motivazioni etiche e politiche dietro questo gioco al massacro.
Ispirato al racconto del 1924 La partita più pericolosa, scritto da Richard Connell, The Hunt ci porta nel pieno di una battuta di caccia, quella organizzata da un’élite liberale per “ripulire” la società americana da quelli che loro considerano gli “spregevoli”, bifolchi razzisti, sessisti e omofobi, amanti delle armi e delle teorie del complotto. Una vera e propria lotta tra opposte fazioni che finirà inevitabilmente per dimostrare che non esistono né buoni né cattivi.
Come vedremo nella nostra recensione di The Hunt, pur ponendosi come un lavoro di satira nei confronti della società americana, il film diretto da Craig Zobel finisce per essere soprattutto un’ora e mezzo di puro e soddisfacente intrattenimento, ricco di splatter feroce e colpi di scena, e forte della brillante interpretazione della sua attrice protagonista.
La trama di The Hunt: a caccia di “spregevoli”
Il film si apre con una conversazione tra amici in chat, in cui si parla di una fattoria e di una caccia per sterminare gli “spregevoli”. La scena si sposta poi all’interno di un jet privato, sul quale viaggiano un gruppo di ricchi liberali e alcuni individui sedati e rinchiusi nella parte posteriore dell’aereo. Chi sono queste persone? Iniziamo a capirlo quando le vittime si svegliano nel bel mezzo di un bosco, senza sapere né dove si trovano né il motivo per cui sono lì. Spinti dal bisogno di capire cosa sta succedendo, si riuniscono in una radura al centro della quale si trova una cassa con un arsenale di armi dal quale possono attingere. Appena messe le mani sui fucili e sulle pistole a disposizione però, si sentono degli spari da lontano che danno il via a una vera e propria carneficina. A tutti appare quindi subito chiaro di essere stati scelti come prede da parte di qualcuno che è determinato a dar loro la caccia. Ma qual è il motivo dietro questo sadico gioco e da chi sono composte le due fazioni “rivali”?
Una satira senza buoni né cattivi
Appare chiaro fin da subito come l’intento del film sia quello di contrappore due “fazioni” che finiscono per sfidarsi in una feroce lotta per la sopravvivenza. Da un lato troviamo un’élite liberale particolarmente attenta al linguaggio inclusivo e al cambiamento climatico, dall’altro un gruppo di spregevoli e bifolchi, come vengono definiti dai primi e, sempre agli occhi dei primi, colpevoli di razzismo, sessismo e omofobia, ignoranti e amanti delle armi e delle teorie del complotto. Un palese riferimento all’elettorato conservatore di Trump, che cita nemmeno troppo velatamente il modo in cui nel 2016 Hilary Clinton definì gli elettori del tycoon, ovvero “un cesto di miserabili”. In nome di un’etica morale della quale si sentono detentori, i liberali disumanizzano i loro avversari o meglio, le loro prede, arrecandosi il diritto di dar loro la caccia e compiendo, così, una sorta di “pulizia” della società americana. La satira che Zobel mette in piedi, però, non è particolarmente tagliente e sembra più un pretesto per mettere in scena una lotta all’ultimo sangue dove non esistono né buoni né cattivi. Nel creare personaggi che incarnano i peggiori cliché dei poli politici americani, The Hunt non prende le parti di nessuna delle due fazioni, prendendo di mira tutti e non redimendo nessuno: in questo modo, il film risulta particolarmente rappresentativo di un dibattito politico tanto acceso quanto sterile. Lo stesso spettatore faticherebbe a capire per chi “tifare”, se non fosse per la presenza di una protagonista implacabile, che ricorda tanto la Sposa di Kill Bill.
Intrattenimento dall’inizio alla fine
Al di là dell’intento di satira, The Hunt può essere definito come 90 minuti di soddisfacente e puro intrattenimento. Novanta minuti che scorrono velocissimi e senza intoppi, ricchi di splatter feroce, continui colpi di scena e un costante e irresistibile black humor di fondo. Il film diretto da The Hunt, inoltre, riesce a mantenere sempre alto l’interesse dello spettatore che più volte, soprattutto nelle sequenze iniziali, rimarrà disorientato, non riuscendo nemmeno a capire quali dei personaggi (tra cui troviamo anche Emma Roberts e Justin Hartley) si troveranno effettivamente al centro delle vicende narrate. Una visione disturbante e piacevole allo stesso tempo, di cui rimangono impresse alcune spettacolari scene d’azione, la freddezza a tratti ironica della sua protagonista Crystal (Betty Gilpin) e un finale imprevedibile.
Il cast di The Hunt
Come abbiamo già detto, è il personaggio interpretato da Betty Gilpin a stagliarsi sopra a tutto e tutti: possiamo infatti considerare The Hunt come una sorta di one-woman-show, in cui gli altri interpreti attorno a lei sono, proprio come nella narrazione, semplice carne da macello. Nessuno dei personaggi secondari, in entrambe le fazioni, riesce mai ad elevarsi al di sopra del banale stereotipo che incarna, mentre troviamo molta più profondità in Crystal, tanto da non sembrare appartenente a nessuna delle due divisioni. Betty Gilpin nei panni dell’implacabile Crystal non lascia mai trasparire il minimo di emozione – se non uno spiccato sarcasmo – e si dimostra sempre concentrata al massimo su quello che è l’obiettivo del suo personaggio: sopravvivere, a qualunque costo. Unica eccezione ad un cast di contorno marginale è la presenza di Hilary Swank, che avrà un ruolo piuttosto rilevante sul finale del film.
La recensione in breve
Pur ponendosi come un film di satira nei confronti della società americana, The Hunt finisce per essere soprattutto un'ora e mezzo di puro e soddisfacente intrattenimento, ricco di splatter feroce e colpi di scena, e forte della brillante interpretazione della sua attrice protagonista.
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