Il film: The Strangers, 2008. Regia: Bryan Bertino. Cast: Scott Speedman, Liv Tyler, Alex Fisher, Peter Clayton-Luce, Gemma Ward. Genere: Orrore, thriller. Durata: 85 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema.
Trama: Kristen McKay (Liv Tyler) e James Hoyt (Scott Speedman) avevano semplicemente deciso di trascorrere una serata speciale nella seconda casa isolata della famiglia Hoyt. Tornati a casa dopo aver partecipato al matrimonio di un amico, il microcosmo della coppia crolla inesorabilmente quando una sconosciuta bussa alla porta alle 4 del mattino, chiedendo: “C’è Tamara?”
Il pericolo è sempre e ovunque in agguato. Non solo nei vicoli bui, nei boschi o nelle stazioni della metropolitana deserte, ma anche in pieno giorno, o addirittura in casa propria, non ci si può più sentire al sicuro. Quello che sembra un attacco di paranoia è solo l’essenza di ciò che il regista Bryan Bertino ci presenta nel suo incubo minimalista, The Strangers. In esso, una giovane coppia sperimenta forse l’orrore definitivo: tre uomini mascherati che irrompono nella loro casa si dilettano nel sadico gioco del gatto e del topo, in cui possono trascinare le loro vittime nell’inferno più profondo senza alcuno scrupolo.
Come vedremo in questa recensione di The Strangers, Liv Tyler e Scott Speedman collaborano con il regista esordiente Bryan Bertino per esplorare le nostre paure più universali: essere sopresi inermi nella propria abitazione apparentemente sicura e trovarsi costretti a spingersi molto più in là di quanto pensiamo di poter essere capaci.
The Strangers, la trama: non aprite quella porta
Kristen McKay e James Hoyt decidono di sostare nella casa isolata di proprietà dei genitori di James dopo aver partecipato al ricevimento di nozze di un amico. Durante l’evento, James aveva chiesto a Kristen di sposarlo, ma lei aveva rifiutato, dicendo di non essere pronta a fare questo grande passo. Sconfortato, James chiama l’amico Mike perché venga a prenderlo domattina. Poco dopo le 4 del mattino, una giovane donna bionda, il cui volto è oscurato dalla scarsa illuminazione, bussa alla porta di casa chiedendo di una certa Tamara. Quando James e Kristen le dicono che è nella casa sbagliata, la ragazza chiede se ne siano effettivamente sicuri, e se ne va.
James esce per andare a prendere le sigarette a Kristen la quale, nel mentre, sente bussare di nuovo alla porta: la stessa donna è tornata a chiedere di questa fantomatica Tamara. Kristen si rifiuta di aprire. Sente strani rumori, poi il suo cellulare scompare. La sua paura cresce e, quando sente un rumore dalla porta sul retro, afferra un grosso coltello da cucina e apre le tende, rendendosi conto che c’è un uomo con un sacchetto in testa che la sta fissando. Presa dal panico, si nasconde in camera da letto fino al ritorno di James. Scopre che la sua auto è stata saccheggiata e che la donna bionda che aveva bussato alla porta, e che ora con una maschera da bambola, lo osserva da lontano: una minaccia sconosciuta si è impossessata della loro casa.
Un debutto coi fiocchi
In questo suo debutto al lugometraggio, Bertino riesce ad affascinare il pubblico con una storia tutt’altro che compiacente. Ha iniziato a dedicarsi alla stesura del soggetto di The Strangers nel 2004, con l’intenzione di vincere la Nicholl Fellowship, assegnata dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Si è classificato al quarto posto, il che gli ha permesso di vendere la sceneggiatura alla Universal. Con la fortuna dalla sua parte, lo studio ha permesso a Bertino di dirigere il film, che è stato anche un successo al botteghino.
Tra i pregi di questo debutto coi fiocchi, spicca la qualità della sua direzione artistica, ravvisabile sin dal modo in cui il regista ci introduce in una casa gotica dall’aria spettrale, austera, fotografata con toni caldi. Il fuoco crepita nel camino con un ruggito tremolante, e il tenue bagliore di lampade e candele rivela un disordine molto suggestivo: un pianoforte ricoperto di petali di rosa, il giradischi su una tovaglia bordeaux, la testa impagliata di un cervo, tende pesanti, quadri giallastri dipinti su carta, corridoi che conducono a una parete cieca.
Un home invasion che ha fatto scuola
Sulla stregua di Michael Myers e di altri psicopatici mascherati, si dipana una storia con gli ingredienti tipici del sottogenere: un’affascinante coppia in difficoltà, che implora una clemenza che non verrà loro concessa, e diversi killer dal volto coperto, abituati a prendere l’iniziativa con il coltello in mano e capaci di far gelare il sangue nelle vene. Nonostante il modello narrativo adottato sia quello degli slasher movie degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta, il regista trasforma i due protagonisti, Tyler e Speedman, in esseri umani pulsanti, molto sfaccettati nella loro rappresentazione psicologica.
Con The Strangers, Bryan Bertino riesce a sintetizzare l’orrore in un’equazione compatta – una casa, due vittime sacrificali, una minaccia mostrata più che raccontata e un accompagnamento sonoro austero, volto a isolare l’essenza del genere e a ripulirlo dalla retorica. Il vero tocco di classe di The Strangers non sta in ciò che viene raccontato, ma nel come lo si fa. Non siamo davanti a uno sofisticato gioco strategico come Funny Games, nè alla cornice iperrealistica di Them – Loro sono là fuori . Nonostante ciò, Bertino non si limita a cucinare una ricetta classica: l’indolenza con cui gli aggressori perpetrano violenze sui protagonisti è carica di significato e avrebbe fatto scuola per tanti successivi home invasion.
La recensione in breve
L'esordio al lungometraggio di Bryan Bertino ha fatto da apripista a una serie di successivi home invasion, che hanno recuperato la sintassi minimalista ma incredibilmente carica di tensione del suo The Strangers.
- Voto CinemaSerieTv