Il film: Trouble, 2024. Creata da: Jon Holmberg. Genere: Documentario. Cast: Commedia, azione. Durata: 98 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Conny, uomo divorziato e un venditore in una grande catena di elettronica che ogni due settimane non vede l’ora di vedere sua figlia Julia, si troverà nel posto sbagliato al momento sbagliato e verrà per errore condannato per un omicidio che non ha commesso ritrovandosi in carcere.
A chi è consigliata: Agli appassioni di storie on the road in tutti i sensi: di scoperta del sè, di racconti introspettivi e, soprattutto, di amicizie da custodire.
Il catalogo di Netflix si è arricchito di una action-comedy dalle tinte surrealiste di produzione svedese: Trouble, sulla piattaforma dal 3 ottobre, che ha rapidamente scalato la classifica della settimana. Il film vede protagonista Filip Berg nel ruolo di Conny, un impacciato venditore di elettronica che si ritrova, suo malgrado, coinvolto in un intricato caso di omicidio. Mescolando umorismo slapstick, buffonate da evasione carceraria e colpi di scena da poliziesco, Trouble punta a divertire il pubblico con una trama bizzarra, anche se fatica a mantenere un tono e un ritmo coerenti.
Nel posto sbagliato al momento ancor più sbagliato
La storia segue Conny Rundqvist (interpretato da Filip Berg), un uomo divorziato che lavora come venditore per poter mantenere la figlia. La sua vita tranquilla viene sconvolta quando, mentre installa un televisore a casa di un cliente, si imbatte in una scena del crimine. Scambiato per l’assassino, Conny viene arrestato e finisce in prigione, dove i detenuti lo identificano come un pilota, ruolo che è costretto a fingere per sopravvivere e cercare di fuggire. Tra avventure rocambolesche, il nostro protagonista tenterà di dimostrare la sua innocenza, ritrovare un telefono contenente prove cruciali e sfuggire a una cospirazione criminale che lo coinvolge sempre più.
Per gli appassionati di film svedesi, la sinossi di Trouble dovrebbe suonare familiare. Si tratta di un remake di un altro thriller uscito nel 1988, No Respite. In quella versione della storia, Conny era un insegnante di chimica accusato di produrre droga. Ancora una volta, si allea con altri detenuti per uscire di prigione, anche se questo significa commettere veri crimini durante la fuga.
Filip Berg si distingue nel ruolo del malcapitato Conny, regalando una performance che unisce ironia e vulnerabilità, facendo emergere il lato comico e simpatico del personaggio. Eva Melander, celebre per il suo ruolo in Border, interpreta una temibile antagonista, portando forza e intensità al film. Anche Amy Deasismont e Joakim Sällquist completano il cast con interpretazioni di rilievo.
Umorismo nordico
La regia di Jon Holmberg è un ritorno alla commedia classica degli anni ’80, con montaggi velocizzati, comicità fisica sopra le righe e zoomate esagerate che riecheggiano un’epoca passata del cinema slapstick. La prima metà del film è ricca di ambientazioni, con una forte componente di esposizione e di comicità che fa di Conny un protagonista benintenzionato e imbranato. Tuttavia, mentre il film inizia in modo spensierato, il ritmo può risultare irregolare, soprattutto quando passa dai toni comici a quelli seri.
Al centro della storia, Trouble esplora i temi dello scambio d’identità, della sfortuna e del sacrificio di un padre per il bene della propria figlia. La motivazione principale di Conny è proprio il desiderio di proteggere sua figlia, un elemento emotivo che sostiene una narrazione altrimenti assurda. I suoi tentativi di navigare tra corruzione e incompetenza, sia dentro che fuori dal carcere, offrono una critica umoristica alle istituzioni, rappresentate da poliziotti maldestri e un sistema legale inefficiente.
Il film gioca anche sul concetto di quanto rapidamente si possa essere travolti dal caos quando si perde il controllo. La vita di Conny cambia radicalmente nel giro di poche ore, e i suoi continui errori sottolineano la casualità del destino. Gli spettatori sono invitati a sospendere l’incredulità di fronte a eventi sempre più improbabili, come lo scambio di identità di un pilota o una fuga quasi miracolosa dal carcere.
Un ritmo che vacilla
Come dicevamo, tuttavia, i punti deboli del film sono legati al ritmo e al tono: la prima parte risulta lenta, con un eccessivo focus sulla preparazione delle disavventure di Conny, mentre i frequenti cambi di tono, tra umorismo slapstick ed elementi più seri da crime-thriller, possono risultare dissonanti, rendendo difficile per lo spettatore coinvolgersi appieno nella narrazione.
Nonostante i suoi difetti, Trouble è una commedia d’azione divertente che riesce a intrattenere con la sua energia, anche se il ritmo irregolare e le incongruenze tonali potrebbero scoraggiare alcuni spettatori. L’interpretazione di Filip Berg nel ruolo dello sfortunato Conny offre molte risate e momenti leggeri, ma i colpi di scena esagerati potrebbero non piacere a tutti. Per chi cerca una commedia stravagante e movimentata con un tocco d’azione, Trouble rappresenta una scelta godibile: una corsa divertente per chi vuole un mix di risate e adrenalina.
La recensione in breve
Alcuni elementi sono certamente stravaganti e poco credibili, ma il film trova un buon equilibrio tra il tono leggero e i colpi di scena, riuscendo a coinvolgere lo spettatore dall'inizio alla fine.
Pro
- L'umorismo anticonformista e la sceneggiatura inverosimile
- Conny è un personaggio accattivante e Filip Berg lo interpreta al meglio
Contro
- Cambi di tono e ritmo fin troppo repentini, che disorientano lo spettatore
- Difficile abbandonarsi completamente al vortice di eventi sempre più improbabili
- Voto CinemaSerieTv