Il film: Una boccata d’aria, 2022. Regia: Alessio Lauria. Cast: Aldo Baglio, Manuela Ventura, Lucia Occone, Davide Calgaro, Ludovica Martino. Genere: Commedia. Durata: 95 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Il siciliano Salvo, proprietario di una pizzeria a Milano, è pieno di debiti, e rischia di perdere la propria attività. Quando viene a sapere della morte di suo padre, con il quale aveva interrotto ogni rapporto, Salvo è costretto a recarsi insieme alla famiglia nel suo paese d’origine: qui dovrà affrontare il fratello Lillo, e fare finalmente i conti con il passato.
Stando all’attuale situazione cinematografica, la commedia italiana è il nemico ultimo e definitivo del pubblico cinefilo. Fra le centinaia di produzioni che affollano l’annata distributiva, una fetta più che ampia è costituita da commedie e declinazioni varie del genere. È giusto riconoscere il merito di quelli che sanno distinguersi dalla massa (Margini), ma è anche corretto osservare quanto la lealtà a un canone così storicamente “nostrano” abbia lasciato spazio a una sterile pigrizia e a una generale mancanza di fiducia nelle capacità dello spettatore.
Ma demonizzare è inutile, anche perché il dilagare delle commedie in sala e sulle piattaforme è il segno di un orientamento del gusto popolare che non può essere ignorato. Il secondo lungometraggio di Alessio Lauria (il primo era Monitor) ne è un esempio cristallino: distribuito lo scorso luglio in sala, con un moderato riscontro di pubblico, il film è da poco apparso su Netflix, dove ha raggiunto rapidamente la vetta della classifica. Colpo di fulmine o di fortuna? Ne parliamo nella recensione di Una boccata d’aria.
La trama: riscoperta familiare
Il taglio, in questo caso, è quello del racconto familiare. E infatti di famiglia si parla: quella di Salvo (Aldo Baglio, di Aldo, Giovanni e Giacomo), siciliano trapiantato a Milano, gestore di una pizzeria sull’orlo del fallimento. Sommerso dai debiti, Salvo conta sulla tenace moglie Teresa e sul figlio Enzo, aspirante dj e producer, per mandare avanti il ristorante; Emma, la sua figlia maggiore, studia economia ad Amsterdam, ma sta finendo i soldi per l’affitto. Un equilibrio precario che viene compromesso dalla poco oculata gestione delle spese da parte di Salvo: nella sua figura collidono due temi chiave della nostra contemporaneità (immigrazione e crisi economica), che riportano il film sul binario ben delineato della commedia di costume.
Poi giunge una telefonata: il padre di Salvo è morto, e lui deve tornare in Sicilia per sistemare la successione. Ad aspettarlo trova suo fratello Lillo, con cui ha tagliato i ponti dopo essersene andato a Milano. Il loro rapporto difficile mette in luce un divario ideologico, concretizzato in forma di battute, scherzi e incomprensioni, che Salvo dovrà superare per ottenere ciò che vuole – e anche, nel frattempo, ritrovare l’unità all’interno del suo nucleo familiare.
Una boccata d’aria si configura insomma come una commedia dalla portata gradevolmente attuale, un prodotto che inscrive la propria componente satirica all’interno di un microcosmo quotidiano e accogliente. Il conflitto perenne fra Nord e Sud prende la forma di un gioco tra due fratelli testoni, e i debiti economici diventano l’occasione per rivalutare i rapporti familiari: il risultato è una comedy dal tocco leggero, che presenta un quadro generalmente più coeso di quanto l’andazzo delle produzioni comiche lasci presupporre.
Commedia di costume, tenera ma poco graffiante
Il tocco garbato di Lauria riesce parzialmente a elevare un canovaccio che, in tutta onestà, risulta sostanzialmente canonico. Dalla sua, poi, il regista ha anche un gruppo di attori affiatati: insieme all’ottimo Baglio, a cui il ruolo pare cucito addosso, gli altri interpreti si mettono in gioco con spontaneità e partecipazione – su tutti i due giovani, Davide Calgaro (Le voci sole) e Ludovica Martino (Skam Italia), che ben incarnano alcune ansietà delle nuove generazioni. L’analisi del quadretto familiare, in definitiva, viene alla luce con sufficiente naturalezza, e àncora il film su una solida base di coinvolgimento emotivo.
Un peccato, dunque, che il discorso ironico di Una boccata d’aria non vada oltre quello che ci si aspetta da un prodotto come questo, tutto scherzoso e approcciabile, mai veramente pungente nella sua dimensione comica. I buoni sentimenti, per quanto delicatamente raccontati, appaiono come una simpatica comfort zone dove il film si assesta, senza mai azzardare un passo fuori dal tracciato. Manca insomma la voglia di dire qualcosa di nuovo da quanto stia facendo il resto dell’industria. È una critica riferita al contesto, più che al film in sé? In parte sì, ma nel 2022 bisogna prendere atto della visione strutturalmente conservatrice di questo nostro, bastonatissimo cinema. Se da una parte il film risulta piacevole nell’approccio narrativo, dall’altra è indubbia la mancanza di coraggio che un lavoro come questo denota in termini di contenuto.
Una boccata d’aria, in ogni caso, va preso per quel che è: un altro esercizio di riscrittura comica, rivisto nell’ottica di una simpatica riunione di famiglia, avvolgente e senza pretese. Scontata finché si vuole, ma mai offensiva, e per certi versi anche sopra la media del genere. Va bene criticare e lamentare, ma accostarsi a un film del genere con snobismo è decisamente poco utile: non sarà una commedia semplice e affabile come questa ad affossare l’industria cinematografica italiana.
La recensione in breve
Leggera, senza pretese autoriali ma con più di un guizzo nella scrittura, Una boccata d'aria è una commedia familiare lineare e divertente.
- Voto CinemaSerieTv