Il film: Vermiglio, 2024. Regia: Maura Delpero. Cast: Giuseppe De Domenico, Martina Scrinzi, Tommaso Ragno, Carlotta Gamba, Roberta Rovelli, Orietta Notari, Sara Serraiocco. Genere: Drammatico, storico. Durata: 119 minuti. Dove l’abbiamo visto: al Festival del Cinema di Venezia.
Trama: 1944, l’arrivo di un soldato siciliano nel remoto villaggio di Vermiglio sconvolge la quotidianità della famiglia Graziadei, dopo che la figlia più grande se ne innamora e decide di sposarlo.
A chi è consigliato? A chi piacciono le storie familiari di un’Italia d’altri tempi
Presentato in concorso all’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Vermiglio, diretto da Maura Delpero (qui alla regia del suo secondo lungometraggio), ci trasporta in un remoto paesino tra le montagne del Trentino durante l’ultimo anno della Seconda guerra mondiale, consegnandoci un affascinante mosaico di dualità: la tensione tra la maestosità della natura e l’intimità della vita quotidiana, il contrasto tra la pace esteriore e i conflitti interiori, e soprattutto, il racconto delle donne che lottano per affermare la propria identità in un mondo governato da rigide norme sociali.
Al centro della narrazione, le tre giovani attrici esordienti – Martina Scrinzi, Rachele Potrich e Anna Thaler – offrono interpretazioni straordinarie, che rappresentano il cuore pulsante del progetto. Le loro performance intense e genuine danno vita a personaggi complessi, rendendo Vermiglio un potente ritratto al tempo stesso di resilienza e cambiamento.
Tra le montagne del Trentino
È il 1944, e ci troviamo in un remoto villaggio di montagna italiano, precisamente a Vermiglio, in Val di Sole, Trentino. A valle c’è la guerra, gli abitanti del paese lo sanno, ma sembrano quasi non accorgersene, se non fosse per l’assenza dei ragazzi partiti per prendere parte al conflitto. La vita della famiglia Graziadei – un padre professore (Tommaso Ragno), una madre che si occupa della casa e i loro dieci figli, tra i quali tre sorelle molto affiatate di nome Lucia (Martina Scrinzi), Ada e Flavia – procede come al solito, salvo che per la presenza di un nuovo arrivato, un soldato siciliano di nome Pietro (Giuseppe De Domenico). Accolto come un eroe per aver riportato a casa il suo commilitone ferito Attilio, cugino dei Graziadei, Pietro trova riparo nel maso della famiglia, mentre si innamora della figlia più grande Lucia; una relazione che sconvolgerà la tranquilla esistenza del villaggio.
Dicotomia tra micro e macro
Vermiglio è un film che si distingue per la ricchezza delle sue dicotomie, offrendo una narrazione stratificata e complessa. La più evidente dualità è quella tra la dimensione macro e micro: da un lato, le imponenti montagne che sovrastano il villaggio, rappresentano la forza incombente e atemporale della natura, una presenza che influenza profondamente la vita degli abitanti. Dall’altro, c’è Vermiglio stesso, un piccolo paese isolato, in cui la guerra arriva come un’eco lontana, un riflesso che lambisce ma non travolge, trasformando quel luogo in una piccola trincea che sente gli effetti del conflitto senza esserne completamente devastata. Una dualità che si riflette anche nella trama: dove la macro storia ritrova la pace (con la fine della Seconda Guerra Mondiale), la famiglia Graziadei perde la propria, quando viene stravolta dall’arrivo dello “straniero,” una figura che destabilizza l’apparente tranquillità del villaggio.
Ma Vermiglio è anche un racconto di contrasti vitali. Come dichiarato dalla stessa regista Maura Delpero, questa è “una storia di bambini e di adulti, tra morti e parti, delusioni e rinascite, del loro tenersi stretti nelle curve della vita, e da collettività farsi individui… Con la guerra lontana e sempre presente… Una storia di guerra senza bombe, né grandi battaglie“.
Una storia di donne
Ma Vermiglio è anche e soprattutto una storia di donne e del modo in cui esse si trovano a ricoprire ruoli che non hanno scelto, plasmate da norme sociali profondamente radicate. Il film esplora la condizione femminile in un contesto rurale e tradizionale, dove le donne, come la madre della famiglia Graziadei, sono intrappolate in ruoli di cura e sacrificio. Con dieci figli a cui badare e una casa da mantenere, la madre sembra soccombere a queste dinamiche, incastrata in una vita che le è stata imposta. Tuttavia, la figlia maggiore, Lucia, emerge come una figura di cambiamento, incarnando quella tensione al movimento che attraversa l’intera pellicola. Lucia si ribella contro le aspettative patriarcali e vittimizzanti della società, decidendo di riprendere in mano la propria vita e di forgiare il suo futuro. In questo, si fa “donna futura,” un simbolo di emancipazione e resistenza che sfida le rigide norme di un mondo che cerca di soffocare il suo desiderio di autonomia e libertà. Delpero, attraverso Lucia, dà voce a una generazione di donne che lottano per affermare la propria identità e per scrollarsi di dosso un destino che non hanno scelto.
Il cast di Vermiglio
Il cast del film si distingue per le ottime interpretazioni di tutti gli attori in scena, ciascuno perfettamente calato nella propria parte, anche i più giovani. Ma è soprattutto grazie alle sue tre protagoniste, Martina Scrinzi, Rachele Potrich e Anna Thaler – le tre sorelle Graziadei – che il film lascia un segno profondo: queste esordienti assolute offrono performance straordinarie, portando sullo schermo personaggi complessi e autentici, che danno vita a uno splendido ritratto di famiglia. La loro naturalezza e intensità nell’interpretazione fanno sì che lo spettatore si senta immerso in un mondo dove la quotidianità e le relazioni familiari si fondono in modo armonioso e assolutamente credibile.
La recensione in breve
Un affascinante mosaico di dualità incarnato dalla tensione tra la maestosità della natura e l'intimità della vita quotidiana, arricchito dalle interpretazioni straordinarie delle tre attrici esordienti, che rappresentano il cuore pulsante del progetto.
Pro
- Il contrasto tra la dimensione macro e quella micro
- La performance genuina delle tre protagoniste esordienti
Contro
- A volte la narrazione ha un ritmo poco dinamico
- Voto CinemaSerieTV