• Cinema
    • News
    • Recensioni
    • Ultime uscite al cinema
    • Prossimamente al cinema
  • Serie
    • News
    • Recensioni
    • Serie TV in uscita
  • TV
    • News
    • Recensioni
  • Streaming
    • Apple TV+
      • Ultime uscite su Apple TV+
      • Prossime uscite su Apple TV+
    • Disney+
      • Ultime uscite su Disney+
      • Prossime uscite su Disney+
    • Netflix
      • Ultime uscite su Netflix
      • Prossime uscite su Netflix
    • NOW
      • Ultime uscite su NOW
      • Prossime uscite su NOW
    • Prime Video
      • Ultime uscite su Prime Video
      • Prossime uscite su Prime Video
  • Personaggi
Facebook Instagram YouTube TikTok
CinemaSerieTV.it
Facebook Instagram YouTube TikTok Twitter Twitch
  • Cinema
    • News
    • Recensioni
    • Ultime uscite al cinema
    • Prossimamente al cinema
  • Serie
    • News
    • Recensioni
    • Serie TV in uscita
  • TV
    • News
    • Recensioni
  • Streaming
    • Apple TV+
      • Ultime uscite su Apple TV+
      • Prossime uscite su Apple TV+
    • Disney+
      • Ultime uscite su Disney+
      • Prossime uscite su Disney+
    • Netflix
      • Ultime uscite su Netflix
      • Prossime uscite su Netflix
    • NOW
      • Ultime uscite su NOW
      • Prossime uscite su NOW
    • Prime Video
      • Ultime uscite su Prime Video
      • Prossime uscite su Prime Video
  • Personaggi
CinemaSerieTV.it
Home » Film » Recensioni film » Villaggio dei dannati, la recensione del film di John Carpenter

Villaggio dei dannati, la recensione del film di John Carpenter

La recensione di Villaggio dei dannati, uno dei film più snobbati e dimenticati del regista americano John Carpenter
Giacomo PlacucciDi Giacomo Placucci1 Ottobre 20225 min lettura
Facebook Twitter WhatsApp Telegram LinkedIn Email Pinterest
Una scena del film il villaggio dei dannati
Condividi
Facebook Twitter WhatsApp Email LinkedIn Telegram Pinterest

Il film: Villaggio dei dannati, 1995. Regia: John Carpenter Genere: Fantascienza, horror. Durata: 98 minuti. Dove l’abbiamo visto: in televisione.

Trama: a Midwich, un piccolo paese della California, avvengono fatti strani: dopo che un misterioso campo di forza ha fatto addormentare l’intera popolazione, diverse donne scoprono di essere rimaste incinte. I figli che nascono, però, sembrano dotati di poteri particolari, e la loro presenza mette a repentaglio la vita degli abitanti.


È bello tornare sui grandi registi: un’opportunità per osservare la loro opera, contestualizzarla, rivalutarla. Ogni film è figlio del suo tempo, d’altronde. È vero però che lo sguardo dell’artista si dischiude gradualmente, rivelando le proprie sfumature solo col passare degli anni. Vale così anche per John Carpenter, senza dubbio uno dei registi americani più importanti degli ultimi cinquant’anni. La sua filmografia è imperniata su di un’idea narrativa precisissima, che ritorna più volte e in più forme dai suoi primi lavori fino a quelli recenti: cinema mutante (!) ma sempre fedele a sé stesso, come capita con i grandi visionari.

Rivisitazione di un classico del sci-fi/horror del 1960, tratto a sua volta da un romanzo di John Wyndham, questo film del 1995 è certamente il più snobbato e dimenticato fra quelli del maestro americano. Chicca sottovalutata o esercizio fuori tempo massimo? Ne parliamo nella recensione di Villaggio dei dannati di John Carpenter.

La trama: pericolo dallo spazio profondo

Una scena del film Il villaggio dei dannati

Siamo di fronte a un topos del genere: un paese tranquillissimo su cui incombe una minaccia esterna. Era così anche nel libro di Wyndham e nel film originale, a cui Carpenter si rifà assai fedelmente. Quella di una comunità pacifica messa in pericolo da una forza sconosciuta, però, è un’immagine che ritorna continuamente nella filmografia del regista. Rappresenta, fra l’altro, anche uno degli elementi chiave del genere western, che per Carpenter è sempre stato il principale modello narrativo – come è reso esplicito soprattutto in Distretto 13 – Le brigate della morte e Fuga da New York.

La Midwich di Villaggio dei dannati è una novella Haddonfield (Halloween) e Antonio Bay (Fog, girato nella stessa location), un recipiente di umanità che viene corrotta dall’arrivo di un’entità aliena. Questa volta il pericolo giunge dal cielo: un’ombra inquietante, aliena in modo letterale, che nell’incipit passa sulle case dove gli abitanti di Midwich vivono tranquillamente.

C’è un’attenzione importante, nel film, ai legami umani che costituiscono questa comunità: nei loro affetti Carpenter trasfigura l’umanità bonaria ed archetipica dell’entroterra americano – tanto che il medico-protagonista è interpretato da Superman in persona (Christopher Reeve), l’eroe positivo per eccellenza: una scelta casuale? Quando i “figli dell’invasione” (titolo italiano del romanzo) vengono alla luce e cominciano a seminare il panico, il contrasto con gli abitanti “terrestri” appare evidentissimo, ancora più che nel film originale. È il riflesso del tema cruciale di questo remake, e una variazione del conflitto che il maestro americano racconta da sempre: la resistenza dell’umanità nei confronti del male, irraggiungibile e inspiegabile. Ancora una volta Carpenter è rimasto coerente con la propria poetica.

Fantascienza old-style

Una scena del film Il villaggio dei dannati

Un peccato, allora, che in Villaggio dei dannati questa dinamica sia appiattita quasi del tutto dalla messa in scena. Il problema principale sta proprio negli antagonisti, il gruppo di terribili bambini extra-terrestri. Ricalcando il film originale di Wolf Rilla, Carpenter è stato fin troppo reverente verso l’iconografia che già esisteva: i bambini di questa versione sono praticamente uguali a quelli del 1960. Tra i due film, però, ci sono 35 anni di differenza, ed è difficile pensare che il pubblico del 1995 potesse restare impressionato davanti a un’immagine così scontata, abusata, girata e rigirata come quella dei marmocchi demoniaci del remake.

Si poteva giocare con l’ironia, sfruttare fino in fondo l’energia camp e sopra le righe che il gruppo di alieni-infanti porta con sé. Ma la visione del regista è troppo classica e archetipica per giocarci su. Si crea così un contrasto che sterilizza il senso di minaccia del film: nel tono serissimo del rifacimento non c’è spazio per l’immagine antiquata, ultra stilizzata e al limite del ridicolo, di un gruppo di bambini dagli occhi multicolor.

Carpenter, dal canto suo, resta fedelissimo alla linea. Si affida a tal punto alla suggestione degli antagonisti che dimentica di costruire una trama coesa, lasciando che la logica del racconto si sfilacci e la tensione si ammosci. Nel momento in cui, quasi a metà del film, i villains entrano in campo, l’intreccio diventa trito e scontato: la loro stranezza è esibita sin da subito in maniera didascalica, e non c’è nessun tentativo di creare del mistero attorno ai loro obiettivi malefici. Per un film di Carpenter, che ci ha regalato alcuni dei “cattivi” più indimenticabili di sempre, è una mancanza davvero grave.

Uno spiraglio di umanità

Una scena del film Il villaggio dei dannati

Eppure, anche nella matassa del secondo e del terzo atto, il film resta coerente con l’idea di un’umanità che non demorde di fronte al male esterno – come nei western classici. Appare evidente, soprattutto, nel personaggio di David, uno dei temibili ragazzini: a differenza dei suoi compagni, il bambino sembra instaurare con sua madre un rapporto di genuina emozione, e finisce così per distinguersi e distaccarsi dal resto del gruppo. In lui Carpenter esplicita, con tono buonista, la dialettica principale della storia: l’arco di David non risolleva certo le sorti del film, ma palesa la chiarezza del regista nel condurre il racconto, e fa di questo remake una parabola dichiaratamente umanista.

Sia chiaro: Villaggio dei dannati resta uno dei lavori meno riusciti di Carpenter, forse addirittura il più fiacco. Ma è curioso trovare anche qui, nel titolo più insignificante della sua filmografia, i segni di una visione singolare, la stessa che condividono le sue opere migliori. È il marchio di un vero autore, e il segno che, anche in mancanza d’ispirazione, Carpenter aveva un’idea chiarissima del proprio cinema. Almeno in questo senso, allora, Villaggio dei dannati è un’esperienza gratificante.

La recensione in breve

4.5 Curioso

Probabilmente uno dei titoli mento interessanti della filmografia di John Carpenter, Villaggio dei dannati è un film di fantascienza che disperde il suo potenziale in una costruzione cigolante. Resta, però, il lavoro di un autore in pieno controllo creativo, con un'idea di cinema singolare e chiarissima.

  • Voto CinemaSerieTV 4.5
  • Voto utenti (0 voti) 0
Facebook Instagram YouTube TikTok Twitter Twitch
  • Home
  • Chi siamo
  • Redazione
  • Contattaci
  • Disclaimer
  • Cookie Policy
  • Preferenze Privacy
  • Privacy Policy
© 2023 CinemaSerieTV.it proprietà di Digital Dreams S.r.l. - Partita IVA: 11885930963 - Sede legale: Via Alberico Albricci 8, 20122 Milano Italy - [email protected]

Digita qui sopra e premi Enter per cercare. Premi Esc per annullare.