Il film: Vjeran Tomic: lo Spider-Man di Parigi, 2023. Regia di: Jamie Roberts. Cast: Vjeran Tomic. Genere: Documentario, crime. Durata: 86 minuti. Dove l’abbiamo visto: in anteprima su Netflix.
La trama: Attraverso una testimonianza in prima persona, il ladro francese Vjeran Tomic racconta come, nella notte del 20 maggio 2010, riuscì a compiere uno straordinario furto al Museo d’Arte Moderna di Parigi, di fronte alla Torre Eiffel.
Forse non tutti ricordano la vicenda, ma di certo quello avvenuto al Museo d’Arte Moderna di Parigi nel maggio del 2010 è stato uno di più grandi furti d’arte della storia. All’epoca, colui che fu rinominato dai media lo Spider-Man di Parigi per le sue doti da acrobata, mise a punto un colpo del valore di oltre 100 milioni di euro, portando via indisturbato dal museo cinque quadri di artisti come Picasso e Modigliani. In questo documentario Netflix firmato da Jamie Roberts ripercorriamo la storia criminale di Vjeran Tomic e tutte le fasi di quella incredibile rapina.
Come vedremo nella nostra recensione di Vjeran Tomic: lo Spider-Man di Parigi, lo show ha la particolarità di essere raccontato in prima persona dallo stesso ladro, un aspetto che – unito alle dettagliate ricostruzioni delle vicende – lo rende ancora più realistico e accattivante, portandoci addirittura a fare il tifo per lui.
La trama: un colpo da oltre 100 milioni di euro
Il documentario diretto da Jamie Roberts porta sul piccolo schermo la storia del celebre ladro francese Vjeran Tomic, ripercorrendo la sua vita, parte della sua carriera criminale e, soprattutto, quello che è stato il suo colpo più importante: il furto di cinque opere d’arte – del valore complessivo di oltre 100 milioni di euro – dal Museo d’Arte Moderna di Parigi. Dopo aver perlustrato il luogo e osservato la ronda delle guardie per settimane, l’uomo – utilizzando solo semplici oggetti reperibili dal ferramenta come tronchesi, decapante, cacciavite e ventose – la notte tra il 19 e il 20 maggio 2010 è penetrato all’interno del museo, portando via indisturbato un Modigliani, un Matisse, un Braque, un Picasso e un Fernand Léger. Il più grande furto di quadri avvenuto in Francia (nonché l’unico al Museo d’Arte Moderna della capitale) doveva essere anche l’ultimo colpo di quello che per i media è diventato lo Spider-Man di Parigi che, dopo aver sbancato, sognava di lasciare Parigi per rifarsi una vita. Le cose, però, non sono andate come pianificato…
A tu per tu con il ladro acrobata
La particolarità del documentario risiede nel fatto di essere narrato in prima persona da Vjeran Tomic, una testimonianza diretta che rende ancora più realistiche e accattivanti le vicende esposte. Lo vediamo fare sfoggio delle sua abilità da acrobata – è in grado di salire fino al decimo piano di un palazzo a mani nude e senza protezioni – mentre cammina sui tetti di Parigi con una action cam, e ripercorriamo con lui, ovviamente grazie a una dettagliata ricostruzione degli eventi, tutte le fasi del furto al Museo d’Arte Moderna, provando la stessa adrenalina di Vjeran Tomic e, in fondo, facendo il tifo per lui.
Un altro elemento interessante dello show è quello di fornire un excursus approfondito sulla vita di Tomic, dalla sua infanzia in Bosnia alla famiglia disfunzionale, dall’esercito alla carriera criminale; emerge così il quadro di un uomo che, a causa della totale mancanza di riferimenti, ha sviluppato una vera e propria dipendenza nel “guadagnare” soldi facili. Ovviamente non vogliamo che venga intesa come una giustificazione, ma pensiamo sia giusto anche dare uno sguardo al background di una persona prima di esprimere giudizi sul suo stile di vita.
Un confronto tra ladro e derubati
Ho sempre rubato ai ricchi e non me ne pento.
Fin dai suoi primi minuti, il documentario diretto da Jamie Roberts mette in campo anche un peculiare confronto tra ladro e derubati – quasi fosse un dilemma morale – che di certo stimolerà gli spettatori più interessati alla vicenda. Come lo sentiamo dichiarare più volte, nel corso della sua carriera Vjeran Tomic ha sempre e solo preso di mira i quartieri più abbienti della città, quelli abitati da individui facoltosi per i quali “i soldi non hanno alcun valore“. Coloro che egli definisce “gente corrotta, malvagia e disonesta“, per i quali non prova alcuna pietà e, anzi, non prova alcun rimorso a derubare, quasi fosse un moderno Robin Hood che ruba ai ricchi per dare…a se stesso. Vengono poi però riportate anche le testimonianze delle persone rapinate, che descrivono il furto subito da Tomic come una vera e propria violenza, un evento che lascia degli strascichi e non permette più di vivere la propria casa in modo sereno.
Da una parte abbiamo quindi un ladro orgoglioso del proprio lavoro e soprattutto del fatto di portarlo a termine – sempre senza utilizzare la violenza – nei confronti di persone che in qualche modo se lo meritano. Dall’altra le vittime che, per quanto ricche e per quanto ammettano di non sapere il valore di molte delle opere che possiedono, di certo non meritano che la propria abitazione venga violata. Il disprezzo di Tomic nei confronti di chi deruba è quindi reale e giustificato o si tratta per lui solo di un modo per eliminare il senso di colpa che prova?
La recensione in breve
Il documentario Vjeran Tomic: lo Spider-Man di Parigi ha la particolarità di essere raccontato in prima persona dallo stesso ladro, un aspetto che - unito alle dettagliate ricostruzioni delle vicende - lo rende ancora più realistico e accattivante, portandoci addirittura a fare il tifo per lui.
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