Il film: What Men Want – Quello che gli uomini vogliono, 2019. Regia: Adam Shankman. Cast: Taraji P. Henson, Josh Brener, Kellan Lutz, Mathias Alvarez, Chris Witaske. Genere: Commedia, sentimentale. Durata: 117 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Una donna che lavora nel mondo delle agenzie sportive si sente sottovalutata dagli uomini in un mondo che considera sessista. Questo fino a quando, un giorno, acquisisce la capacità di ascoltare i loro pensieri e scopre come manipolarli a proprio vantaggio.
Le idee originali a Hollywood spesso scarseggiano, ormai è cosa nota: è già da qualche tempo che, per camuffare i remake – e reindirizzarli a un pubblico femminile – si ripropongono storie del passato con un ribaltamento di genere. È successo con la versione eretica di Ghostbusters (2016), con la nuova iterazione della banda di Danny Ocean’s e con il popolare film di Mel Gibson What Women Want – Quello che le donne vogliono (2000). Nel film Gibson, donnaiolo incallito, maschio alfa e leader di una rinomata agenzia pubblicitaria – viene accidentalmente folgorato e si risveglia con il potere di ascoltare i pensieri delle donne. All’inizio, questo gli spiana la strada per non lasciare niente al caso ma, pian piano, il modo distorto in cui usa questo potere consumerà la sua coscienza e capirà di voler diventare una brava persona, un ragazzo sensibile che tratta le donne alla pari degli uomini. Non si è trattato di un capolavoro, e la critica non lo ha mai ritenuto tale, ma all’epoca ottenne buoni risultati ed è ricordato da tanti spettatori con piacere. Nel 2019, è arrivato questo pseudo remake con Taraji P. Henson nel ruolo che era originariamente di Gibson, quello di un duro agente sportivo che lavora per l’agenzia più maschilista del mondo: come vedremo nella nostra recensione di What Men Want – Quello che gli uomini vogliono, la versione attualizzata del film con Mel Gibson non brilla per idee né per esecuzione, costruendo la sua narrazione su una serie di dinamiche sempre più assurde che non ci fanno entrare in empatia con i personaggi e con la loro storia.
What Men Want – La trama: Jerry Maguire nel 2019
Ali Davis è un’esperta agente sportiva che lavora per una prestigiosa agenzia. Il problema è che vede costantemente sfumare un’opportunità dopo l’altra di diventare socio senior dell’agenzia, poiché è l’unica donna dello staff e rappresenta solo atleti olimpici. Determinata a mettere le mani su Jamal Barry, una stella del basket in erba, lo corteggia senza successo. Decisa a dimenticare i dispiaceri del suo fallimento, si ubriaca all’addio al nubilato di una sua amica e finisce per sbattere accidentalmente la testa. Risvegliatasi nel reparto ospedaliero, Ali scopre di poter sentire i pensieri degli altri… ma solo degli uomini che incontra. Sfruttando questo aspetto a suo vantaggio, Ali scopre cosa vuole Barry e finisce per mettere in atto ogni sorta di stratagemma per convincerlo a firmare con lei.
Ma questo comporta anche la manipolazione di Will, il barista del locale in cui si è ubriacata, che è un ragazzo semplice con buone intenzioni. E quando Ali inizia a rimanere invischiata nella sua rete di bugie, le cose iniziano a mettersi male e a compromettere i suoi rapporti con Will, Barry e persino con il suo stesso capo. Comportarsi con arroganza e amoralità – proprio come i suoi colleghi maschi – l’ha avvicinata al successo… ma ora sta per perdere tutto, compresa la sua stessa anima, per aver tradito i suoi valori in cerca di fama e fortuna, che sono effimere… e che non si avvicinano nemmeno lontanamente a ciò che è veramente prezioso per la sua vita.
Cosa vogliono gli uomini? No, cosa vuole Ali
Il film originale ci raccontava di un mondo in cui la mente femminile era un totale mistero per il nostro protagonista e il suo esito portava l’attore principale (Mel Gibson) a comprendere il gioco dei ruoli nella nostra società moderna e allo stesso tempo a riconoscere la sua posizione di fronte alla figura femminile sullo stesso livello gerarchico, ad acquisire umiltà e a trattare equamente il genere opposto. In questo film non vogliamo sapere di cosa hanno bisogno gli uomini, la protagonista Taraji P. Henson (Ali) sa benissimo cosa vogliono, tanto da vivere e sognare secondo le loro regole. Lavora per un’azienda che promuove atleti di alto livello, dove è responsabile delle loro prestazioni e compete con il genere maschile al loro stesso gioco. Tuttavia, il film suggerisce che è lei stessa a non capire i propri bisogni e, attraverso la storia del film, il regista Adam Shankman ci mostra come lei debba scoprire quali sono i suoi sentimenti e incanalarli per il proprio successo.
Il film è una combinazione tra l’originale “What Women Want” e “Jerry Maguire” del 1996, con Tom Cruise protagonista. Il regista permette ai suoi attori di sfruttare il lato bizzarro del genere maschile, mentre ci offre uno sguardo sulla vita di una protagonista che sa cosa vuole ma non sa cosa prova. Sulla carta, il suo modo di navigare nel mondo degli uomini avrebbe potuto rendere questa dinamica sociale molto divertente e permettere allo spettatore di partecipare all’umorismo che si cela dietro gli aspetti cupi della vita delle donne nel mondo reale.
Taraji P. Henson eleva una sceneggiatura scialba
What They Want – Quello che gli uomini vogliono rientra in quel piccolo sottogenere di commedia con sfumature fantasy in cui una persona comune acquisisce un superpotere o un deficit temporaneo che altera l’equilibrio della sua intera vita e le fa vedere la sua esistenza sotto una luce diversa. Una sorta di favole dickensiane in cui il personaggio detestabile del momento finisce per trovare la redenzione proprio attraverso la situazione che lo affligge. Se What Women Want era un film divertente e godibile, il remake con la Henson è inferiore sotto molti aspetti: non migliora l’origine, ha una sceneggiatura caratterizzata da grazia e sensibilità minori – il risveglio emotivo della protagonista è forzato – e punta tutte le sue carte sull’overacting, che a volte sfiora il ridicolo. Solo il talento della Henson permette al suo personaggio di divincolarsi in quelle che, per qualsiasi altro attore, sarebbero situazioni molto imbarazzanti, riuscendo persino a infondere nel suo personaggio una sottile emotività che la sceneggiatura non si preoccupa nemmeno di cercare.
La recensione in breve
Pur partendo da premesse divertenti, questo remake non ha la sensibilità e l'onestà intellettuale dell'originale di Gibson. Troppe assurdità e dinamiche caricaturali impediscono che l'emotività intrinseca alla storia e ai suoi personaggi emerga.
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Voto CinemaSerieTv