Il film: Who Do I Belong To, 2024. Regia: Meryam Joobeur. Cast: Mohamed Hassine Grayaa, Malek Mechergui, Adam Bessa, Dea Liane, Rayen Mechergui e Chaker Mechergui. Genere: Drammatico. Durata: 120 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Berlinale, in lingua originale.
Trama: Aicha vive nell’angoscia dopo la partenza dei figli maggiori Mehdi e Amine, reclutati dall’ISIS. Mesi dopo, Mehdi torna inaspettatamente a casa con una moglie incinta al seguito. L’arrivo di Mehdi scatena vecchie ferite e un’oscurità che minaccia di consumare l’intero villaggio.
Il terrorismo di matrice islamica diventa un dramma familiare in Who Do I Belong To di Meryam Joobeur. Ambientato nelle sconfinate zone di campagna della Tunisia settentrionale, il film racconta un territorio liminale e insidioso. L’autorità è presente, il lavoro è umile ma dà sostentamento, lo stato di diritto garantisce una vita abbastanza sicura, dignitosa.
Al contempo l’ISIS continua a sedurre e rapire i figli di queste terre. Qui infatti è attivo un processo continuo di radicalizzazione e reclutamento dei giovanissimi. Senza che i genitori se ne rendano conto, i figli si radicalizzano velocemente, scomparendo all’improvviso. Quando qualcuno manca all’appello, tutti sanno cosa è successo: un altro giovane è partito verso il brutale addestramento, il fronte, la morte.
Meryam Joobeur racconta la storia di una madre lasciata indietro dai due figli fuggitivi, rimasta a interrogarsi sulle motivazioni del loro gesto, come spiegato nella nostra recensione di Who Do I Belong To.
Nelle terre liminari dell’ISIS
Aicha è una donna tunisina che vive in un territorio divenuto campo di reclutamento dell’ISIS. Quando due dei tre figli, Mehdi e Amine, scompaiono all’improvviso, la sua famiglia di spezza. Il marito Brahim, disgustato, non vuole nemmeno pensare a che cosa stiano insegnando i terroristi ai figli fuggiti per unirsi alle loro file. Li ripudia, non li vuole più sentire nominare.Aicha si concentra sul piccolo Adam, il figlio minore, rimasto a casa.
Alcuni sogni premonitori però anticipano una svolta inaspettata: Mehdi sopravvive e torna a casa, bisognoso di un rifugio da cui nascondersi dalle autorità. Insieme a lui c’è una donna silenziosa e misteriosa, avvolta in un burka violaceo, con penetranti occhi azzurri. La giovane sconosciuta è incinta.
L’incubo del terrorismo
Meryam Joobeur racconta il terrorismo da una prospettiva spiazzante. Who Do I Belong To è ambientato nel Nord della Tunisia, dove lo stato di diritto e le forze di polizia sono attivamente impegnate a lottare contro il terrorismo. Il campo di battaglia sono ragazzini, bambini, che giocano felici e spensierati per le strade, sotto lo sguardo nervoso dei genitori.
Gli anziani e gli adulti sono consapevoli di come, nelle scuole coraniche e in vari conciliaboli, è attivissima una rete di reclutatori che radicalizza i più giovani. Quando un ragazzo scompare all’improvviso, circostanza tutt’altro che rara, è una condanna a morte sospesa. Morirà su uno dei fronti della guerra santa, o si farà saltare in aria. Se tornerà, verrà arrestato e processato.Aicha è uno dei genitori a cui capita la sventura di vivere questo tradimento filiare, interrogandosi su dove siano finiti i suoi figli, su cosa non abbia funzionato nella sua educazione.
La regista decide di accompagnare un racconto tanto drammatico con continui sconfinamenti nel mondo onirico, che sono il vero punto di forza del film. i sogni di Aicha, ricchi di elementi simbolici, sono memorabili a livello visivo. Spesso si rivelano il veicolo ideale per raccontare l’orrore più indicibile, sublimandolo. Tuttavia Who Do I Belong To risulta spesso confuso nella sua narrazione, tanto da lasciare molto a interrogarsi che abbiano correttamente interpretato il finale e la rivelazione che porta con sé.
La recensione in breve
Who Do I Belong To sceglie la dimensione del sogno e delle visioni per raccontare il dramma del terrorismo che si trasforma in dramma familiare di tradimento, abbandono, perdono. Meryam Joobeur non riesce sempre a veicolare con chiarezza le svolte del racconto attraverso i sogni di Aicha, ma nel complesso il film è riuscito e sa stringere il cuore in una morsa, guidato dall’intensa performance della protagonista Salha Nasraoui.
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