Salvate il soldato Ryan, di Steven Spielberg, è liberamente tratto dalla storia vera dei fratelli Niland, con particolare riferimento al più giovane, Fredric, analogo reale del “soldato Ryan”. Nella finzione invece si narra la missione intrapresa dal capitano Miller e dal suo plotone nei giorni immediatamente successivi allo sbarco in Normandia per rintracciare il soldato semplice James P. Ryan (Matt Damon) e riportarlo a casa dalla sua famiglia.
Edward, Preston, Robert e Fredrick “Fritz” Niland, nati nello stato di New York da una famiglia di estrazione irlandese, tra il 1912 e il 1920, contribuirono attivamente allo sforzo bellico statunitense durante il secondo conflitto mondiale; Preston e Robert si arruolarono nei ranghi dell’esercito ancora prima che gli Stati Uniti dichiarassero guerra alle potenze dell’Asse, mentre Edward e Fritz si offrirono come volontari nel novembre del 1942, a quasi un anno dall’attacco nipponico a Pearl Harbor; Robert e Fritz svolsero servizio come paracadutisti, Edward venne inviato, in qualità di pilota, sul fronte orientale alla guida di un bombardiere B-25 Mitchell: Preston, infine, fu assegnato alle truppe di fanteria.
Il 6 giugno 1944, il D-Day, i tre fratelli Niland impegnati sul fronte europeo parteciparono attivamente allo “sbarco in Normandia”: Fritz, insieme ai suoi commilitoni, mise al sicuro vie di trasporto cruciali come ponti, strade e vie di fuga, permettendo così alla quarta divisione di Fanteria, in cui militava il fratello Preston, di evacuare la spiaggia di Utah; in seguito, Preston e il suo reggimento passarono a occuparsi di smantellare una batteria di armi tedesche allestita, lungo il Vallo Atlantico, nella cittadina di Crisbecq: nel corso dell’assalto alla postazione, Preston venne ferito mortalmente, il 7 giugno 1944;
Il giorno dello sbarco, Robert era stato invece paracadutato nei pressi di Sainte Mère Eglise, e dopo aver preso possesso della cittadina, si apprestava a difenderla dagli assalti tedeschi: il contrattacco nazista fu tenace, e Robert venne inviato col suo battaglione a difendere l’ingresso nord della cittadina, nei pressi di un piccolo villaggio di nome Neuville. Una volta chiaro che la resistenza non avrebbe portato frutti e che la posizione non fosse più strategicamente difendibile, Robert si offrì volontario per rimanere sul posto, a coprire la ritirata dei suoi commilitoni, salvo essere ucciso poco dopo in un conflitto a fuoco con le truppe tedesche. Nel frattempo Edward era stato abbattuto, già da alcune settimane, mentre sorvolava i cieli di Burma, ed era considerato ufficialmente disperso; la dicitura ufficiale M.I.A. (“Missing In Action) a quei tempi indicava quasi certamente un fato avverso.
A seguito di questi avvenimenti, il Dipartimento di Guerra americano emise l’ordine immediato di congedo per Fritz, secondo la direttiva 1315.15 meglio nota come “Decreto dell’ultimo figlio”; la direttiva prevedeva che in caso di fratelli appartenenti a un medesimo nucleo familiare caduti in battaglia, l’ultimo sopravvissuto tra di loro sarebbe stato esentato dal proseguire il servizio militare. Il governo americano aveva deciso di mettere in atto questa politica dopo che nel 1942, i cinque fratelli Sullivan erano morti nell’affondamento dell’incrociatore USS Juneau, sul quale prestavano servizio tutti insieme. Fino ad allora non era inusuale che dei fratelli si arruolassero nello stesso reggimento; in seguito alla tragedia della Juneau, questo non fu più permesso; come abbiamo visto, ciascuno dei fratelli Niland era infatti stato destinato a compagnie o reggimenti diversi e aveva mansioni differenti da quelle degli altri.
Il cappellano del reggimento di Fritz, Padre Francis Sampson, ricevette l’incarico di rintracciare il giovane per consegnargli la documentazione necessaria al congedo. Inizialmente riluttante, Fritz alla fine fece ritorno negli Stati Uniti in quello stesso 1944, e fino al termine della guerra, prestò servizio a New York in qualità di ufficiale di polizia militare. Nel 1945, poi, Edward verrà ritrovato vivo, rinchiuso in un campo per prigionieri di guerra giapponesi a Burma, e verrà riportatoa casa poco prima della fine del conflitto.