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Home » Film » The Offering, la spiegazione del finale dell’horror di Oliver Park

The Offering, la spiegazione del finale dell’horror di Oliver Park

Nella spiegazione del finale di The Offering proveremo a raccontarvi il senso di questa storia, anche alla luce della religione ebraica.
Maurizio ErmisinoDi Maurizio Ermisino24 Febbraio 20234 min lettura
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Una scena di The Offering
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Al centro di The Offering, il film horror diretto da Oliver Park, al cinema dal 23 febbraio, c’è un demone noto come “la ladra di bambini”. Siamo a Brooklyn, New York, ai giorni nostri, in una comunità di ebrei ortodossi, come quelle che abbiamo visto nella serie Unorthodox. Un uomo, Art (Nick Blood) porta la moglie Claire (Emily Wiseman), che è incinta, a incontrare il padre. Art non lo vede da tempo, e vuole ricostruire i rapporti con lui. In realtà non è animato da buoni sentimenti, ma da una mera questione di soldi. In quella casa, che è insieme abitazione, luogo di culto per cerimonie funebri, e obitorio, e che per lui è solo un patrimonio, troverà molto altro. Nella spiegazione del finale di The Offering proveremo a raccontarvi il senso di questa storia, anche alla luce del mondo in cui è ambientata la storia. Ovviamente, vi avvisiamo che l’articolo contiene spoiler.

Il mondo delle tradizioni ebraiche

Una scena di The Offering

La cornice in cui si svolge la storia di The Offering, il mondo di quelle tradizioni ebraiche che ancora oggi sono seguite, è originale e suggestiva. Come lo è quell’obitorio al piano interrato di quella vecchia casa mortuaria, con le luci che vanno e vengono. È un luogo abbastanza sinistro per creare un senso di disagio prima ancora della paura che arriverà. È un film che incuriosisce, e che, nella prima parte, fa vedere e non vedere, accenna e non svela.

Al centro della storia c’è un fantasma

Una scena di The Offering

Il pericolo al centro della storia è uno spirito, un fantasma. È ingannevole, metamorfica, una predatrice. Una ladra di bambini. Dopo averla vista nella prima, spaventosa sequenza del film, avvertiamo via via la sua presenza, mentre vecchi video in vhs, sgranati ad arte, ci svelano parte del mistero, e quella prima scena che non avevamo visto fino in fondo. Un’altra parte del mistero viene svelata con delle sequenze che si rivelano sogni.

Che cosa vuole il villain del film?

Una scena di The Offering

Il film affascina anche e soprattutto grazie a quegli antichi simboli tradizionali ed esoterici. Con usanze come quella di coprire gli specchi coperti con delle lenzuola, in caso di lutto, che in questo cado diventano elementi perfetti per celare e poi rivelare il pericolo. In quello che, in fondo, è L’esorcista in versione Cabala, ci sono anche degli echi di Rosemary’s Baby: Claire, infatti, è come la Rosemary di Mia Farrow. Arrivati al momento cruciale del film, scopriamo che lo spirito vuole il suo bambino. E così Claude diventa la ragazza in pericolo, accerchiata, con il figlio che ha in grembo, che può essere perduto, rubato da qualcuno.

Chi è la ladra di bambini?

Una scena di The Offering

A mettere in pericolo Claude e il suo bambino è Abyzou (o Abizou, Obizu, Obizuth, Obyzouth, Byzou), una figura leggendaria della cultura ebraica. È nota come la portatrice di aborti, la ladra di bambini. Nella notte dei tempi portava aborti alle madri ebree, spinta dall’invidia, visto che era sterile. Fino a che Dio non è intervento e ha chiesto ad Abramo di sacrificare suo figlio. Nel Testamento di Salomone è descritta con un volto verdastro con i capelli simili a serpenti. Abyzou è considerata un dibbuk, che nella tradizione ebraica è uno spirito maligno, un’anima in grado di possedere gli esseri viventi: è lo spirito disincarnato di una persona morta, un’anima alla quale è stato vietato l’ingresso al mondo dei morti. Un personaggio molto simile, un dibbuk, una donna invisibile che vive in una scatola, è presente anche in un altro film, The Possession di Ole Bornedal (2012), legato anche questo alle tradizioni ebraiche.

Come avviene lo scontro tra Art e la ladra di bambini?

Una scena di The Offering

Per sconfiggerla serve mettere in atto il rituale della neutralizzazione. E così il protagonista, Art, dopo aver investigato sul caso e avere scoperto chi è che mette in pericolo sua moglie e il suo bambino in arrivo, mette in atto questo rito. Deve creare un cerchio attorno a sé per non fare entrare Abyzou. Ma lo spirito non si può sconfiggere, si può solo imprigionare. E così Art che, per salvare Claire, è uscito da quel cerchio magico, deve imprigionarlo in sé. E così fa, sacrificandosi.

Il beffardo finale

Quando è tutto finito, Claire si risveglia. È sotto al tavolo, dove si era rifugiata per scampare alla furia dello spirito. È stato tutto in sogno? Rasserenata, si ricongiunge finalmente con Art, che la consola. Sembra tutto a posto. Ma attenzione: Art non è la persona che lei conosce. Non è stato un sogno: Art è posseduto da Abyzou, che è rimasta in lui, e nel suo corpo cela la sua vera essenza. E, alla fine, Claire non ha scampo.

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