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Home » Film » Thunderbolts: perché questo cinecomic è da tenere d’occhio

Thunderbolts: perché questo cinecomic è da tenere d’occhio

Thunderbolts è il film del Marvel Cinematic Universe che vede come protagonisti un gruppo di antieroi: ecco perché tenerlo d'occhio.
Massimiliano MeucciDi Massimiliano Meucci19 Settembre 20226 min lettura
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I Thunderbolts al completo
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Thunderbolts: una parola che, probabilmente, risulta oscura agli amanti del Marvel Cinematic Universe e che invece è decisamente più familiare per i conoscitori dei fumetti de La Casa delle Idee. Immaginate un team di personaggi alternativo rispetto ai Vendicatori che invece di vedere tra le sue fila i supereroi più potenti della Terra, è composto dai criminali più spietati del mondo che hanno un solo scopo: guadagnare la fiducia della gente per poi accedere ai file segreti dello S.H.I.E.L.D.

Un’idea, nata nel 1997, che sembra fare, apparentemente, da contraltare rispetto alla Suicide Squad della Detective Comics dove però il premio tanto agognato dai supercattivi è la libertà. D’altronde si sa: il vero fascino delle storie non sono i puri e onesti buoni che combattono per salvare la Terra dal male, ma le figure tentatrici e meschine che rappresentano una dolce alternativa agli appassionati del lato oscuro.

Ma come mai i Marvel Studios hanno deciso di portare sul grande schermo questo gruppo sconosciuto? Perché rischiare grosso con la possibilità che il pubblico veda l’operazione come una mera fotocopia rispetto a quanto fatto da Warner Bros. con i suoi due titoli dedicati alla Suicide Squad e lo spin-off sulla Birds of Prey? Andiamo con ordine.

La situazione MCU

Il logo di Thunderbolts

Partiamo dal fatto che la compagnia supereroistica sussidiaria della Disney sta affrontando una situazione molto particolare: l’MCU, da 14 anni a questa parte, non è mai stato così criticato come in questo ultimo periodo perché non è chiara la direzione presa in questa Fase 4 e le serie televisive inaugurate su Disney+ stanno ottenendo dei risultati altalenanti. È un momento difficile: colmare il vuoto lasciato dalla scomparsa di alcune figure chiave di questo mondo inizia a farsi sentire, ma è anche l’occasione giusta per lanciare nuovi eroi e personaggi da amare od odiare. Per arrivare però all’empatia ci vuole tempo, soprattutto con supereroi e villain inediti per gli appassionati del Marvel Cinematic Universe, ma se siamo convinti che un film corale come Eternals di Chloé Zhao abbia seminato intelligentemente i suoi protagonisti, possiamo dare fiducia anche a Thunderbolts, d’altronde anche i Guardiani della Galassia erano dei perfetti sconosciuti prima dell’arrivo di James Gunn e il risultato parla da solo. Scopriamo però quali sono gli elementi concreti per tenere d’occhio il progetto senza guardare necessariamente alla comparazione con la Squadra Suicida, iniziando prima a scoprire chi sono i Thunderbolts.

Chi sono i Thunderbolts nell’MCU e da dove vengono?

Primo incontro tra la Contessa e John Walker

Contrariamente alla versione fumettistica del gruppo che sembra per ora essere stata usata come semplice canovaccio per sviluppare la pellicola, i Thunderbolts dell’MCU sono in realtà degli antagonisti che abbiamo potuto osservare in alcuni titoli recenti del piano cinematografico e seriale di Kevin Feige. Se ad ora non abbiamo la giustificazione del fatto che Bucky Barnes/Winter Soldier (Sebastian Stan) sia in questo team, nello show The Falcon and the Winter Soldier abbiamo visto per la prima volta la Contessa Valentina Allegra de la Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), la reclutatrice di questa compagnia che è definibile come l’alternativa malvagia a Nick Fury (Samuel L. Jackson). Proprio all’interno della serie in questione, convince John Walker/U.S. Agent (Wyatt Russell) ad entrare nell’organizzazione.

Sempre la Contessa, alla fine di Black Widow, rivela a Yelena Belova (Florence Pugh) che Natasha è morta a causa di Clint Barton (Jeremy Renner), di fatto manipolandola. Non ci deve stupire che in Hawkeye, nonostante risparmi Occhio di Falco, sia ancora alleata con la Fontaine. Misteriosamente, sempre da Black Widow, anche il simpatico Red Guardian (David Harbour) e Antonia Dreykov/Taskmaster (Olga Kurylenko) sono stati prelevati per entrare nei Thunderbolts. Chiudiamo con Ghost (Hannah John-Kamen), forse la più anonima del team, che è stata l’antagonista di Antman and the Wasp. Tra questi, in realtà, c’è un grande assente: il Barone Zemo (Daniel Brühl), che nei fumetti è il fondatore del gruppo, non sembra essere menzionato, nonostante il suo ruolo di spicco in The Falcon and The Winter Soldier. Non è comunque detta l’ultima parola: forse la sua presenza non è stata ancora rivelata ufficialmente per una questione di marketing.

L’universo Marvel finalmente svela le sue carte

Natasha Romanoff, Red Guardian e Yelena Belova

Basta riflettere su come Marvel Studios ha costruito il gruppo dei Thunderbolts per capire, finalmente, uno dei grandi obiettivi della Fase 4 dell’MCU: al di là delle varie disquisizioni sul Multiverso, questo tassello del piano decennale della Marvel sembra aver svelato in parte le sue carte. Usare le serie come apripista di pellicole ad hoc in realtà era stato già fatto con The Falcon and The Winter Soldier per Captain America 4, mentre WandaVision alla fine si era mostrata come un grosso antecedente ai fatti di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ma adesso stiamo parlando di qualcosa di diverso. Sono infatti stati usati dei personaggi secondari del piccolo schermo come piccoli pezzi di un puzzle corale chiamato Thunderbolts, dimostrando che anche le figure apparentemente più inutili all’interno del Marvel Cinematic Universe hanno un futuro. Anche se adesso non ce ne accorgiamo, tutto questo ha un potenziale davvero gigantesco se teniamo conto di quanti nuovi volti abbiamo visto negli ultimi mesi e no, non crediamo che eroi come Moon Knight (Oscar Isaac) o Dane Whitman/Cavaliere Nero (Kit Harington) abbiano già terminato il loro compito.

Un film strutturalmente diverso dal solito

Ghost in Ant-Man and the Wasp
La pellicola, però, non è interessante solamente a livello progettuale, come dimostrazione della potenza di fuoco de La Casa delle Idee, ma anche come idea in sé: se state nuovamente pensando a Suicide Squad, effettivamente il perno fondante è lo stesso, con un dettaglio, però, da tenere in considerazione. I cattivi della DC, infatti, tranne qualche eccezione come Harley Quinn (Margot Robbie) e Peacemaker (John Cena), sono apparsi solo nei due lungometraggi sulla Squadra Suicida di David Ayer e James Gunn, non in progetti esterni. Marvel invece ha manovrato le cose in modo più approfondito, dando la possibilità a questi personaggi di apparire in altri prodotti e avere sempre più valore all’interno dell’universo di riferimento. Non è inoltre da sottovalutare la chimica che si potrà creare nel gruppo con figure estremamente diverse tra loro: se state già immaginando quanto sarà difficile mettere d’accordo Red Guardian con U.S. Agent, riflettete solo alla strana interazione che potrebbe esserci tra Ghost e Taskmaster, che combattono silenziose e incappucciate.

È chiaro, i Marvel Studios stanno osando e anche più del solito: stavolta gli appoggi fumettistici sono veramente pochi e i personaggi coinvolti, se presi singolarmente, non sono carismatici come alcune figure chiave dell’MCU (tranne qualche piccola eccezione), ma magari, se inseriti in un progetto più collettivo, hanno più senso di esistere. Forse la criticità più grande è data dal fatto che molti di loro hanno effettivamente poteri simili ed è difficile immaginarli in un contesto action, ma è ancora tutto da vedere, anche pensando alla possibile storia che verrà raccontata all’interno della pellicola. Siamo di fronte ad una novità che probabilmente è apparsa un po’ in sordina in un D23 pieno zeppo di annunci da parte di Disney, ma che riusciremo a capire meglio solo in futuro, quando il piano cinematografico e seriale de La Casa delle Idee avrà raggiunto una maturità ancora superiore.

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