Un finale diverso può cambiare la storia del cinema? Se si parla di Titanic la risposta è affermativa, almeno dal punto di vista di spettatori e spettatrici che hanno ancora un conto in sospeso con quella zattera. E con Kate Winslet, che a distanza di 25 anni sconta ancora la sua più grande colpa cinematografica. Di cosa stiamo parlando? Di una delle scene conclusive del colossal datato 1997.
Jack (Leonardo DiCaprio) e Rose (Kate Winslet), fradici e infreddoliti, trovano momentaneo riparo dalle gelide acque dell’Atlantico su una porta staccatasi dall’interno della nave. Riavvolgendo il nastro, però, ci sembra proprio di ricordare la scena in modo diverso. In verità a salire sulla zattera di fortuna è stata solo lei, lasciando lui, dalla vita in giù, in balia del freddo notturno. Epilogo? Il povero Jack finisce, cadavere, in fondo all’oceano, la fortunella Rose si salva, grazie al sacrificio dell’amato e ai primi soccorsi.
Cinque anni fa, durante un’intervista, Kate Winslet, sotto il peso della colpevolezza di Rose, non ha retto e a domanda diretta di Stephen Colbert l’ha finalmente ammesso: su quella zattera c’era spazio anche per Jack. “Ho mentito quando ho detto che non l’avrei mai lasciato andare, ho mentito completamente, lo confesso. Penso anche che se Jack si fosse impegnato un po’ di più per salire su quella porta, ci sarebbe stato posto anche per lui“.
Sfortunatamente, Jack Dawson non è Misery e neppure l’intervento di una Annie Wilkes qualunque avrebbe potuto salvarlo. James Cameron aveva già deciso tutto. In un’intervista a Vanity Fair il regista non ha lasciato spazio a dubbi o repliche: “Il film parla di morte e distacco, Jack doveva morire. Poteva succedere quello che poi è successo, poteva cadergli addosso una ciminiera, sarebbe comunque morto. Si chiama arte e le cose accadono nei film per ragioni artistiche, non per ragioni fisiche“.