Riguardo il film Troppo Forte, Carlo Verdone ha svelato un aneddoto sulla scena del flipper, la più famosa del film. Il regista e attore svelò che quella scena era quasi tutta improvvisata e che alla fine, dopo essere salito sul flipper, si ritrovò con dei lividi sulle cosce.
Su Youtube Verdone svelò: “Nel rapporto di Oscar Pettinari con il flipper si capisce tutto il mondo della solitudine e dell’essere mitomane che c’è nel personaggio. La mia è stata una performance totalmente improvvisata, non avevo mai provato perché sapevo che era faticosa e dolorosa. Mi uscirono dei lividi sulle cosce, dopo che salii sul flipper. Improvvisai completamente tutto al momento, dissi: “Dai, battiamo il ciak e vado”. Iniziai senza troppo pensare alle mosse, me le inventai sul momento. Era il modo migliore per rendere la scena vera e credibile. Certo le battute erano quelle, ma la gestualità è inventata, creata seduta stante. Lui tratta il flipper come una donna, avviene un amplesso e lavoro di bacino. Il mio aiuto regista non sapeva se dare lo stop o meno, così iniziarono tutti a ridere”.
Un’altra curiosità riguarda il bar in cui si svolge la scena del flipper, la Casina del Bosco che si trova nella pineta di Castel Fusano e che oggi, purtroppo è chiuso da qualche anno. Il locale, in attività dagli anni ’50, era di proprietà del Comune di Roma e chiuse i battenti a causa della mancata concessione. Alla chiusura del locale, seguirono la vandalizzazione e l’incuria. Come scrisse Il Messaggero, lo stesso Verdone lanciò un appello per cercare di salvare e ripristinare il locale.
Per questo e altri motivi nel corso del tempo Troppo Forte di e con Carlo Verdone è diventato un film cult di cui molti italiani sanno le battute e le scene a memoria. Inutile negare che quella sequenza specifica ha inequivocabilmente segnato anche la carriera di Verdone stesso.