Quante volte, scorrendo le nomination agli Oscar, arrivati alle shortlist dei cortometraggi avete detto “questo lo vedrei volentieri” e non sapevate dove trovarlo? Questa voglia di corti è colmata ora da una brillante iniziativa di WeShort. Dopo il successo della distribuzione del corto vincitore agli Oscar 2023, An Irish Goodbye, WeShort torna in sala e porta per la prima volta nei cinema – dal 6 all’8 maggio – di tutta Italia i 10 corti in nomination agli Oscar. Attenzione: non parliamo di un passaggio in sala prima di un lungometraggio, lo spazio che di solito è dedicato al corto. Gli shorts avranno un vero e proprio momento nella programmazione dedicato a loro, con un biglietto di ingresso, come si usa per i film: ci sarà un ingresso per la selezione dei corti in live action e uno per la selezione dei corti d’animazione.
Fra i primi spicca La meravigliosa storia di Henry Sugar con Benedict Cumberbatch e Ben Kingsley, diretto dal grande Wes Anderson al suo primo Oscar proprio con un corto. Tra i secondi il vincitore dell’ambita statuetta per il miglior corto d’animazione War Is Over! Inspired By The Music Of John & Yoko. I corti da Oscar al cinema sono un evento che segna un grande passo avanti per il cinema breve che in termini di cast, direzione, scenografie e costumi, non ha nulla da invidiare ai lungometraggi. L’iniziativa è stata presentata oggi a Roma al cinema The Space Moderno.
Il corto è un prodotto che interessa al pubblico
“Abbiamo notato, in questi tre anni di vita di WeShort, che c’è un’ottima recettività del pubblico verso i corti, che abbiamo visto sia attraverso la piattaforma, sia attraverso varie partnership” ha spiegato Alessandro Loprieno, Founder e CEO di WeShort. “Il corto è un prodotto audiovisivo che interessa al pubblico: lo dicono i dati e le metriche di WeShort”. Perché allora portare i corti al cinema e, anche se raggruppati, senza l’abbinamento a un film? La risposta è chiara, ma ce lo spiega Loprieno. “In primis per dare un prodotto alternativo al pubblico” racconta. “È un’offerta in target per un pubblico più cinefilo. Ma vogliamo proporlo anche un pubblico più generalista per capire come risponde a un’offerta cinefila. Quando fai impresa devi rischiare”.
Il successo di An Irish Goodbye
L’iniziativa segue quella dello scorso anno. “Abbiamo distribuito nelle sale il corto che ha vinto l’Oscar, An Irish Goodbye” racconta Loprieno. “In tanti hanno pagato il biglietto per andare al cinema a vedere un corto. Mi chiedevano: è programmato prima di un film, dopo un film? E rispondevo di no. Il corto era in programmazione standalone, con un biglietto di 3 euro. Lo scorso anno diverse sale hanno creduto in questa cosa. E abbiamo pensato di ingrandire la cosa”.
I corti: una nicchia, ma ad alto potenziale di crescita
Così vedremo, come uscita evento, da lunedì 6 a mercoledì 8, con la possibilità di continuare la programmazione se il pubblico e le sale risponderanno positivamente, la cinquina dei corti live action nominati all’Oscar e quella dei corti d’animazione tra cui quello che ha vinto l’Academy Award. In lingua originale con i sottotitoli, che è il modo in cui, di solito, si vedono i corti. WeShort è nata come piattaforma online, ma oggi è strutturata come distributore e produttore, visto che sono nati i WeShort Originals. “Stiamo portando in sala un prodotto di valore” commenta Loprieno. “Mi piace chiamarlo così: grande cinema breve. Il corto viene stimato come una nicchia: ma è una nicchia ad alto potenziale di crescita”. Il costo del biglietto è deciso confrontandosi con le sale. Indicativamente con il costo di un biglietto intero, come quello per vedere un film, sarà possibile vedere i corti d’animazione, con un altro biglietto intero i corti di finzione.
War Is Over! Inspired By The Music Of John & Yoko
In occasione della presentazione dell’iniziativa abbiamo visto i cinque corti di finzione in nomination e il corto che ha vinto l’Oscar per l’animazione, uno di quelli che spiccano di più in questa selezione. War Is Over! Inspired By The Music Of John & Yoko, di cui vi parleremo nei prossimi giorni, è uno di quelli che, già da solo, vale il prezzo del biglietto. È una storia ispirata alla famosa canzone Happy XMas (War Is Over) di John Lennon, ma riesce ad astrarre la vicenda dall’attualità – e anche dal momento in cui è stata scritta la canzone – portandoci indietro nel tempo fino alla Prima Guerra Mondiale e rendendo il messaggio universale. Il finale, con la famosa canzone, è da brividi.
La meravigliosa storia di Henry Sugar
La meravigliosa storia di Henry Sugar è l’altro corto che spicca, e infatti ha vinto l’Oscar. Va detto, partiva da una posizione di vantaggio: a dirigerlo infatti è Wes Anderson, regista affermato, e la cosa non può essere passata inosservata davanti all’Academy. La meravigliosa storia di Henry Sugar è una grande produzione, che continua il punto di vista vintage di Wes Anderson: è infatti dipinto nelle sue ormai proverbiali tinte pastello, e avvolto dai suoi arredi rétro, che donano all’opera la consueta patina fuori dal tempo. È un colossale esercizio di stile: più che alla storia si fa attenzione alla forma. In questo aspetto il corto è geniale. Anderson sfida tutte le regole della messinscena dei film: svela apertamente la finzione, confonde il narratore con il protagonista, fondendoli spesso nella stessa persona, e abbatte la regola dell’identificazione di un attore con il proprio personaggio, e con le caratteristiche fisiche del personaggio. Fonde e confonde discorso diretto e indiretto, fa vedere trucchi e cambi d’abito in scena. Un esempio su tutti è quello in cui sposta l’inquadratura quel tanto che basta per far vedere che la strada dietro un attore è una retroproiezione. Per questo il corto di Wes Anderson è allo stesso tempo geniale e noioso, intrigante e freddo. È un ossimoro, ma Wes Anderson probabilmente vuole essere proprio questo.
Gli altri corti da Oscar
Escluso Anderson, che fa storia a sé, gli altri corti hanno tutti qualcosa in comune: sono tutte storie molto dolorose, commoventi: famiglie divise, infanzie o adolescenze violate, relazioni interrotte. The After, in arrivo dal Regno Unito e prodotto da Netflix, è la storia di un uomo che deve elaborare il lutto per la perdita della moglie e della figlia, assassinate da un folle. Era un uomo d’affari: ora fa il tassista, e vive le vite degli altri. Fino a che, una di queste, gli ricorda la sua. C’è un dolore molto forte anche alla base di Red, White And Blue, di produzione americana: al centro ci sono una madre single con due figli, che fa la cameriera in uno di quei classici diner americani. Al centro della storia c’è una gravidanza indesiderata e un viaggio dall’Arkansas al Missouri per risolvere il problema. A metà film, un numero cambia tutto. È un plot twist inatteso e devastante.
Lo è anche Invincible, corto in arrivo dal Canada, anche perché è tratto da una drammatica storia vera. Nella prima sequenza assistiamo a un salto nel vuoto di un adolescente, in quello che sembra un suicidio. Lo è davvero? Quel salto nell’acqua – che è il filo conduttore del corto – ci porta all’inizio della storia e ci svela l’inizio della storia, una storia di porte aperte e chiuse. Un dolore, il lutto per la scomparsa di una moglie, è al centro del corto in arrivo dalla Danimarca, Knight Of Fortune. Ma qui tutto è diverso, corredato da un andamento tragicomico e carico di dark humour. Siamo in un obitorio, dove un uomo è venuto a dire addio alla sua compagna. Ma la vicenda prende una piega inattesa. Tra riso e pianto, una storia di pietas per gli estinti e di solidarietà tra uomini è raccontata con il senso sospeso e grottesco di un Kaurismaki. Vi è venuta voglia di vedere questi corti? Stavolta è facile: sono al cinema!