Nella sua autobiografia Aaron Carter ha scritto di essersi ritrovato Michael Jackson in mutande ai piedi del suo letto. Aaron è morto lo scorso 5 novembre e, pochi giorni dopo, il suo editore ha fatto uscire Aaron Carter: An Incomplete Story of an Incomplete Life, il suo libro di memorie postumo
Nell’autobiografia Aaron racconta di essere andato al Neverland Ranch di Michael Jackson dopo una festa di compleanno. I due erano stanchissimi e la star di Thriller propose ad Aaron di restare a dormire da lui. L’episodio raccontato risale all’agosto del 2003, quando Aaron aveva 15 anni. Carter nel libro avrebbe scritto: “Michael ed io siamo entrati nella casa da soli e ci siamo diretti verso la sua camera da letto“, come riporta il New York Post. “Dopo un po’, gli ho detto che ero pronto per andare a letto. Non avevo davvero pensato a dove avrei dormito ma, ovviamente, c’erano tantissime di stanze nella casa. Lui ha tirato fuori questa branda vicino al suo letto che era già stata fatta. Anche se era un lettino non mi interessava, ero troppo stanco. Ha spento le luci, si è messo a letto e siamo andati a dormire”.
Un paio d’ore dopo qualcosa lo ha svegliato, scrive Carter: “Ho trovato Michael ai piedi del mio letto, indossava solo le sue mutande bianche. Non so se fosse sonnambulo o cosa, ma sembrava che dormisse ancora. ‘Che cazzo!?’ Ho gridato e l’ho scosso un po’ per svegliarlo. ‘Torna nel tuo letto!’. Lui ha borbottato, ‘OK’, poi è tornato nel suo letto ed entrambi siamo tornati a dormire. Non gliel’ho mai chiesto e non ne abbiamo mai parlato. Quando mi sono svegliato la mattina, era sparito dalla stanza“.
Hilary Duff ha definito disgustoso il libro postumo di Aaron Carter, accusando la casa editrice di speculare sulla morte del cantante. Anche il management dell’artista ha accusato la casa editrice: “Questo è un momento di lutto e di riflessione, non un momento in cui si cerca di intascare denaro in maniera spietata“.