Su Alberto Sordi, scomparso il 24 febbraio di vent’anni fa, circolava la leggenda che fosse estremamente avaro. A smentire queste voci interviene Francesco Rutelli che da ex Sindaco della Capitale svela come non ci sia niente di più falso di questa credenza popolare sull’attore.
Sull’avarizia dell’artista romano Rutelli sottolinea ad Agi: “Non c’è niente di più falso. Era dotato di un’autentica generosità, mai retorica e le prove sono sotto gli occhi di tutti, a iniziare dal suo contributo al Campus biomedico. Donò un terreno edificabile del valore commerciale di parecchi miliardi delle vecchie lire per destinarlo al sostegno degli anziani più fragili”.
Rutelli nominò Sordi Sindaco per un giorno, il 15 giugno del 2000, in occasione dell’ottantesimo compleanno dell’attore e racconta quella dolcissima “scafetta” e le parole: “Mi disse: sei il figlio che avrei voluto. Sono passati molti anni da quel momento. Credo sia arrivato il tempo di dirlo, non l’avrei mai fatto se la dichiarazione fosse rimasta soltanto tra noi due, ma mi venne a trovare una storica segretaria di Sordi e mi chiarì che poco prima di morire Alberto l’aveva detto anche a lei che mi aveva voluto bene come fossi stato un figlio”.
Francesco Rutelli racconta poi il suo straordinario rapporto con Alberto Sordi: “Mi parlava molto di sé, anche delle sue storie d’affetto, ma quelle non le racconterò mai. Alberto aveva capito meglio di me l’unicità di Roma, una città che non è riducibile ai suoi periodi di ascesa o di declino ma che è universale ed eterna anche per questo”.