Ospite d’onore alla Camera dei deputati a Roma il 30 maggio 2024, l’attore partenopeo Alessandro Preziosi ha interpretato, con accorata maestria, il discorso con cui Giacomo Matteotti, il 30 maggio 1924, denunciava alle Camere i brogli elettorali e le violenze perpetrate dagli esponenti del Partito Fascista durante le consultazioni del mese precedente. Matteotti, arringato da diversi parlamentari fascisti, esponeva senza remore i metodi poco ortodossi utilizzati dal PNF per legittimare la propria ascesa al potere, due anni dopo la ‘marcia su Roma’. Anche a seguito di questa intemerata denuncia, Matteotti poi avrebbe perso la vita, pochi giorni dopo, assassinato da una squadriglia della polizia politica del Duce, guidata da Amerigo Dùmini.
A cento anni esatti dal primo, grande squarcio pubblico sulle malefatte fasciste, e in prossimità della Festa della Repubblica, Preziosi ci aiuta a ripercorrere una pagina di storia abbastanza misconosciuta, dando voce, con abilità, all’indignazione trattenuta di Matteotti, ma anche alla ferocia verbale dei fascisti che, in modo spesso scomposto, cercarono di controbattere le accuse del deputato socialista nato a Fratta Polesine nel 1885.
Qui di seguito vi proponiamo il testo del discorso, omettendo, per comodità di lettura, qualora sia possibile, i richiami, le contestazioni e gli insulti degli avversari politici. Bene notare anche che quella letta da Preziosi è una versione leggermente ridotta del discorso di Matteotti, da cui sono state eliminate ridondanze e alcuni passaggi forse considerati eccessivamente ‘tecnici’.
Ad ogni modo, il deputato entra subito nel vivo, denunciando l’irregolarità delle elezioni e l’impossibilità da parte degli italiani, di votare un partito diverso da quello fascista, a meno di non essere sottoposti a violenze ed angherie
Noi abbiamo avuto da parte della Giunta delle elezioni la proposta di convalida di numerosi colleghi. Nessuno certamente, degli appartenenti a questa assemblea, all’infuori credo dei componenti la Giunta delle elezioni, saprebbe ridire l’elenco dei nomi letti per la convalida; nessuno, né della Camera, né delle tribune della Stampa.
Ora contro la loro convalida noi presentiamo questa pura e semplice eccezione: cioè, che la lista di maggioranza governativa, la quale nominalmente ha ottenuto una votazione di quattro milioni e tanti voti, cotesta lista non li ha ottenuti, di fatto e liberamente; è dubitabile quindi se essa abbia ottenuto quel tanto di percentuale che è necessario (rumori, proteste) per conquistare, anche secondo la vostra legge, i due terzi dei posti che le sono stati attribuiti, quindi contestiamo in questo luogo e in tronco la validità della elezione della maggioranza. L’elezione, secondo noi, è essenzialmente non valida e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni.
In primo luogo abbiamo la dichiarazione fatta esplicitamente dal Governo, ripetuta da tutti gli organi della stampa ufficiale, ripetuta dagli oratori fascisti in tutti i comizi, che le elezioni non avevano che un valore assai relativo, in quanto che il Governo non si sentiva soggetto al responso elettorale, ma che in ogni caso – come ha dichiarato replicatamente – avrebbe mantenuto il potere con la forza, anche se…
[seguono applausi e schiamazzi]
Per vostra stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero… Nessun elettore si è trovato libero di fronte a questo quesito; se cioè egli approvava o non approvava la politica o per meglio dire il regime del Governo fascista. Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva “a priori” che se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c’era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso.
A rinforzare tale proposito del Governo, esiste una milizia armata… esiste un milizia armata
A questo punto, spinto dai rumori sempre più assordanti, il Presidente richiama Matteotti all’ordine, e il deputato inizia allora ad elencare fatti a sostegno della sua tesi, con riferimento ad alcuni colleghi socialisti vittima di intimidazioni fasciste.
Volete i singoli fatti? Eccoli: ad Iglesias il collega Corsi stava raccogliendo le 300 firme e la sua casa è stata circondata… A Melfi è stata impedita la raccolta delle firme con la violenza. (Rumori) In Puglia fu bastonato perfino un notaio!
Io espongo fatti che non dovrebbero provocare rumori. I fatti o sono veri o li dimostrate falsi. Non c’è offesa, non c’è ingiuria per nessuno in ciò che dico: c’è una descrizione di fatti. In sei circoscrizioni, abbiamo detto, le formalità notarili furono impedite con la violenza e per arrivare in tempo si dovette supplire malamente e, come si potè, con nuove firme in altre Provincie. Presupposto essenziale di ogni elezione è che i candidati, cioè coloro che domandano al suffragio elettorale il voto possano esporre in contraddittorio con il programma del Governo, in pubblici comizi o anche in privati locali, le loro opinioni.
In Italia nella massima parte dei luoghi, anzi quasi da per tutto, questo non fu possibile. L’inizio della campagna elettorale del 1924 avvenne dunque a Genova con una conferenza privata e per inviti da parte dell’onorevole Gonzales. Orbene prima ancora che si iniziasse la conferenza, i fascisti invasero la sala e a furia di bastonate impedirono all’oratore di aprire nemmeno la bocca. [schiamazzi]. Se l’onorevole Gonzales dovette passare otto giorni a letto, vuol dire che si è ferito da solo, non fu bastonato. (Rumori, interruzioni). L’onorevole Gonzales, che è uno studioso di San Francesco, si è forse autoflagellato?
Dicevo dunque che ai candidati non fu lasciata nessuna libertà di esporre liberamente il loro pensiero. L’onorevole Amendola fu impedito di tenere la sua conferenza per la mobilitazione, documentata, da parte di comandanti, di Corpi armati, i quali intervennero nella città…. Bande armate, le quali impedirono la pubblica e libera conferenza. (Rumori).
Del resto noi ci siamo trovati in queste condizioni: su 100 dei nostri candidati circa 60 non potevano circolare liberamente nella loro circoscrizione!
Di nuovo, il Presidente spinge Matteotti a non divagare e a concludere il suo discorso, ma il deputato si oppone con veemenza, anzi rincara la dose, spiegando come molti candidati di altri partiti fossero stati ‘spinti’ a rinunciare alla candidatura, e certificando brogli e votazioni contraffatte.
Io protesto! Se ella crede che non gli altri mi impediscano di parlare, ma che sia io a provocare incidenti, mi seggo e non parlo! Ma che maniera è questa! Lei deve tutelare il mio diritto di parlare! Io non ho offeso nessuno! Riferisco soltanto dei fatti! Ho diritto di essere rispettato! Io chiedo di parlare non prudentemente né imprudentemente, ma parlamentarmente.
I candidati non avevano libertà di circolazione. molti di essi non potevano neppure risiedere nelle loro stesse abitazioni, nelle loro stesse città. Alcuno, che rimase al suo posto, ne vide poco dopo le conseguenze. Molti non accettarono la candidatura, perché sapevano che accettare la candidatura voleva dire non aver più lavoro l’indomani o dover abbandonare il proprio Paese ed emigrare all’estero. Uno dei candidati, l’onorevole Piccinini, al quale mando a nome del mio Gruppo un saluto, conobbe cosa voleva dire obbedire alla consegna del proprio partito. Fu assassinato nella sua casa, per avere accettata la candidatura.
In altri luoghi invece furono incettati i certificati elettorali, essendosi determinata una larga astensione degli elettori che non si ritenevano liberi di esprimere il loro pensiero, i certificati furono raccolti e affidati a gruppi di individui, i quali si recavano alle sezioni elettorali per votare con diverso nome, fino al punto che certuni votarono dieci o venti volte e che giovani di 20 anni si presentarono ai seggi e votarono a nome di qualcuno che aveva compiuto i 60 anni.
Il fatto è che solo una piccola minoranza di cittadini ha potuto esprimere liberamente il suo voto: anzi noi abbiamo potuto avere il nostro voto il più delle volte quasi esclusivamente da coloro che non potevano essere sospettati di essere socialisti. I nostri furono impediti dalla violenza; mentre riuscirono più facilmente a votare per noi persone nuove e indipendenti, le quali, non essendo credute socialiste, si sono sottratte al controllo e hanno esercitato il loro diritto liberamente.
A queste nuove forze che manifestano la reazione della nuova Italia contro l’oppressione del nuovo regime, noi mandiamo il nostro ringraziamento.
Matteotti, infine, conclude il suo discorso con un appello al Parlamento affinché annulli l’esito delle elezioni, e restituisca all’Italia la sovranità di Paese libero, in grado di autogovernarsi, senza imposizioni di violenza o soprusi.
Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta.
Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. (Interruzioni a destra).
Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Molto danno avevano fatto le dominazioni straniere. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l’opera nostra.
Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni.
Alessandro Preziosi, nato a Napoli nel 1973, raggiunge fama nazionale, quando nel 1999 ottiene il ruolo del tenebroso ispettore di polizia Pietro Foschi nella soap opera comasca Vivere. Lasciata la parte nel 2002, Preziosi avrebbe continuato a lavorare in tv, prima con Elisa di Rivombrosa, nel ruolo di Fabrizio, e poi nei panni del commissario De Luca, nella fiction tratta dai romanzi gialli di Carlo Lucarelli.
Al cinema, dopo una parte ne I Vicerè di Roberto Faenza, Preziosi inizia ad accumulare ruoli importanti, in Mine Vaganti di Ozpetek, seguito da Maschi contro femmine e Femmine contro maschi, entrambi di Fausto Brizzi, che lo ha poi rivoluto, nel 2022, per Bla Bla Baby.