Andrea Roncato torna a raccontare la sua carriera al Corriere di Bologna, svelando anche i suoi pensieri sulle nuove leve della comicità. Si stupisce come in molti giovani conoscano Loris Batacchi, un suo storico personaggio in Fantozzi subisce ancora, ma non attori di fama internazionale come Marlon Brando.
Sui giorni nostri l’attore ha le idee chiare: “La nostra memoria oggi è sempre più corta e rivolta al presente, salvo delle eccezioni. I miei film vengono ancora proposti con continuità in tv quindi i personaggi sono entrati nell’immaginario. Certo è strano vedere dei ragazzi con il tatuaggio di Lors Batacchi, ma alcuni a cui insegno recitazione non conoscono nemmeno Marlon Brando”.
Cosa devono fare le nuove leve è qualcosa per la quale Roncato conosce la strada: “Devono uscire dal proprio personaggio e diventare degli attori. Gigi e Andrea portavano al cinema quello che erano, infatti abbiamo smesso per non fare poi sempre lo stesso film. Ho poi iniziato a lavorare con Pupi Avati e Paolo Virzì interpretando ruoli diversi da me stesso. Amo molto Checco Zalone, ma anche lui interpreta se stesso. Il modello da seguire è quello di Carlo Verdone che dopo i suoi esordi ha esplorato molti ruoli passando anche alla regia”.
Intanto c’è ancora chi gli affibbia la fama di sciupafemmine: “Il pubblico ancora oggi ha lo stereotipo di me come grande conquistatore. Con alcune donne ci ho provato e alcune ci sono state, ma non ho più conquiste di chiunque altro. Bisogna scindere il personaggio da quello che è l’interprete. Sono molto felice di lavorare con le donne perché hanno più sensibilità e possono fare grandi cose”.