Anna Kanakis, come il cognome lascia intendere, era di origini greche, sebbene fosse italiana, nata a Messina: il padre Andrea, infatti, era di Creta, e aveva sposato una donna di Tortorici, nel messinese, con cui diede alla luce la futura attrice e modella; il rapporto di Kanakis col padre, però, non si sarebbe mai concretizzato; l’uomo infatti divorziò dalla moglie poco tempo dopo la nascita di Anna, che andò a vivere con la madre Concetta Costanzo prima a Messina e successivamente a Catania, vedendo il padre sporadicamente, fino alla sua prematura morte, avvenuta anni dopo.
Un’infanzia sicuramente complessa, che però Kanakis ha raccontato senza patemi in almeno un paio di interviste, rilasciate in occasione della pubblicazione, nel 2022, del suo romanzo Non giudicarmi: sulle pagine del Fatto Quotidiano, l’attrice tratteggia, con poche pennellate da scrittrice consumata, il quadro dei primi anni messinesi, dopo il divorzio dei genitori, e ricorda la figura sfuggente del padre
”
“Sono cresciuta con mia sorella e con mia nonna, a Messina. Davanti allo Stretto e alle feluche dei pescatori. Se devo pensare alla mano che mi teneva, penso alla sua. Grinzosa e forte. Mio padre, un greco bellissimo e molto maschilista con cui non ho diviso la vita un solo giorno, aveva divorziato da mia madre quando ero appena nata e mamma, una donna straordinaria capace di supplire alla sua assenza e all’interpretazione di due ruoli, aveva dovuto rimboccarsi le maniche”
.Una figura, quella della madre Concetta, dipinta come molto moderna: “Era figlia di un grande penalista e aveva conseguito una laurea in Giurisprudenza. Lo studio paterno, alla morte di mio nonno, era stato conquistato dagli assistenti e a mia madre non rimase che rinfrescare le nozioni di legge e buttarsi nell’agone. Quando mio padre se ne andò, cominciò un lungo giro d’Italia affrontando un concorso dopo l’altro. Ne vinse uno a Catania e trasferì un nucleo di purissimo, siculo matriarcato proprio lì“.
La mancanza della figura paterna si è comunque riverberata negli anni, soprattutto sulle scelte sentimentali dell’attrice, che al Corriere ha confessato: “Ero viziata, ma dentro, a volte, sentivo solitudine. Crescendo mi sono accorta che guardavo non i coetanei, ma gli uomini più grandi e che dipendeva dall’assenza del padre. Al che ho letto un tomo sul complesso di Elettra e ogni volta che incontravo un signore che mi pareva affascinante mi dicevo: Anna, fermati, rifletti!”
Dall’infanzia messinese all’adolescenza catanese, in un periodo e in un luogo in cui astenersi dall’impegno politico era praticamente impossibile. Kanakis racconta così gli anni passati al liceo Cutelli, e le estati al mare: “ Era dominato dall’estrema sinistra. Assemblee. Occupazioni. Impegno. L’estate era un passaggio lieto. Quindici giorni a Taormina e 15 a Vulcano. L’isola pareva Ibiza e mia madre, una ragazzina, sembrava nostra sorella. Girava in shorts e ci accompagnava a ballare“.
In poco tempo, l’esplosione come reginetta di bellezza, e la conquista del titolo di Miss Italia, a soli 15 anni. Un evento che cambiò radicalmente la vita di Kanakis, anche se non nel modo in cui si potrebbe pensare:
“A un certo punto, dal nulla, in discoteca mi puntarono addosso l’occhio di bue. A notte fonda mi ritrovai sotto le luci con la fascia al collo; passai dall’elezione di Miss Sicilia a quella di Miss Italia ostentando assoluta indifferenza. Non era una parte.
Vivevo l’evento come una parentesi divertente; ma quella fascia aveva cambiato anche il mio rapporto con gli altri. La ragazzina era cresciuta in un giorno scoprendo l’invidia degli altri, le cattiverie gratuite, il senso della parola amicizia. Dopo la proclamazione, anche plasticamente, si aprirono le acque. Prima del suono della campanella, al mio arrivo davanti al Liceo, si fece silenzio. Io avanzavo e gli altri si spostavano”
Dal canto suo, Kanakis, sposatasi due volte, non ha mai avuto figli, per scelta propria.