Non tutti sanno che quello di Anouk Aimée era un nome d’arte, perché l’attrice francese, nata a Parigi e figlia di due attori, Henri Dreyfus e Geneviève Sorya, in realtà si chiamava Françoise Dreyfus, ma decise di cambiare nome in due diverse occasioni. Il nome Anouk ha origine dal ruolo che interpretò nel suo primo film, Tragico incontro, mentre il cognome Aimée, che in francese significa “amata” le fu suggerito da Jacques Prévert.
Come spiega The Hollywood Reporter, Aimée, che si è spenta oggi all’età di 92 anni, aveva appena 14 anni quando fu notata dal regista Henri Calef che la volle per il ruolo di Anouk nel film Tragico incontro, del ’47. L’attrice decise di tenere il nome del personaggio da lei interpretato come nome d’arte e successivamente, nel ’49, ad Anouk aggiunse Aimée, su suggerimento di Prevert, che aveva conosciuto mentre scriveva la sceneggiatura del film Gli amanti di Verona. Stando a quanto riporta Jewish Women’s Archive, il poeta e sceneggiatore riteneva che questo cognome sarebbe stato associato all’impatto che le sue perfomance avrebbero avuto sul pubblico.
Un nome d’arte dal suono esotico, musicale e dolce, che avrebbe contribuito ad esaltare il fascino e la bellezza elegante di Aimée che da lì in poi avrebbe costruito una carriera illustre nel cinema, tra gli anni ’60 e ’70, con film come La dolce vita di Fellini – regista che le insegnò ad essere un’attrice, come spiegò lei, e che la volle anche per Otto e mezzo – e con i film di autori come Jacques Demy, Alberto Lattuada, Vittorio De Sica (che la volle ne Il giudizio universale), Claude Lelouch, Sidney Lumet e Marco Bellocchio, un regista con il quale le avrebbe fatto piacere collaborare nuovamente, negli anni della maturità. Con Lelouch invece girò Un uomo, una donna, il film che le valse una candidatura agli Oscar, come miglior attrice.