Bill Cosby è di nuovo sotto accusa per crimini sessuali. Nella giornata di lunedì 5 dicembre, il noto attore afroamericano è stato citato in giudizio presso un tribunale dello stato di New York da cinque donne; le attrici Lili Bernard, Jewel Gittens, Jennifer Thompson e la modella Eden Tirl, a vario titolo hanno accusato Cosby di stupro, molestia sessuale o abuso sessuale generico. I fatti in questione risalirebbero agli anni ’80 e ’90, all’apice della carriera di Cosby. Il quinto nome coinvolto è quello di Cindra Ladd, che accusa Cosby di averla stuprata nel 1969, quando lavorava ad Hollywood in qualità di produttrice.
Nonostante i reati contestati risalgano a molto tempo fa, è stato possibile procedere ugualmente con la formalizzazione delle accuse, in sede civile, a causa di una legge recentemente promulgata da Kathy Hochul, governatore dello Stato di New York: l‘Adult Survivors’ Act sospende temporaneamente i termini di prescrizione per i reati sessuali, qualora la vittima (o in ogni caso chi denuncia il reato) avesse compiuto i 18 anni al momento del fatto.
Il portavoce di Cosby, Andrew Wyatt, ha definito la causa “una frivolezza”, e ha puntato il dito sulle cinque donne, definendole delle arriviste in cerca di soldi.
“La Corte, così come l’opinione pubblica, seguirà la lettera della legge e assolverà il signor Cosby da tutte le accuse. Respingiamo con forza quanto contestato, e non vediamo l’ora di difendere la nostra posizione in tribunale. Lo sappiamo benissimo tutti, qui non è questione di giustizia per le vittime di abusi. Qui si tratta di soldi, lo sappiamo noi e lo sa tutta l’America.”
Ricordiamo che nel luglio 2021 Cosby era stato rilasciato dal carcere statale di Montgomery, Pennsylvania, dove stava scontando la condanna per le molestie sessuali ad Andrea Constand, avvenute nel 2004. Dopo un patteggiamento in sede civile datato 2005, dieci anni più tardi, alla riapertura delle indagini seguì un procedimento penale che portò, nel 2018, alla condanna di Cosby; l’attore avrebbe dovuto trascorrere in carcere un periodo non inferiore ai 3 anni e non superiore ai 10 anni.
Nell’estate 2021, la Corte Suprema ha annullato la sentenza di condanna, a causa di un cavillo procedurale.