Bombolo aveva nel suo tze tze e nel nome d’arte i suoi cavalli di battaglia: la figlia ne ha rivelato le origini nel corso di un’intervista che ha concesso a Il Messaggero. Stefania Lechner è la secondogenita di Reggina Abbatiello e Franco Lechner, questo il nome all’anagrafe dell’attore romano scomparso il 21 agosto del 1987.
Il nome di Bombolo è indissolubilmente legato al suo tze tze, il suono onomatopeico che lo ha reso celebre nel panorama cinematografico nostrano. Stefania Lechner ha raccontato che il cavallo di battaglia di suo padre non era stato costruito a tavolino, derivava, infatti, da un difetto di pronuncia: “Papà aveva la zeppola, e parlava naturalmente così”.
Franco Lechner faceva l’ambulante, ma per tutti è sempre stato Bombolo, il suo nome d’arte, infatti, nasce molto prima del suo esordio nel mondo del cinema. La svolta nella vita di Franco, arriva da Picchiottino, un‘osteria “che diventava il palcoscenico di mio padre – svela Stefania – È proprio lì che nacque il personaggio di Bombolo, che non è un nome d’arte. Da ragazzino era cicciottello e tutti lo chiamavano così, mai Franco”. In quella taverna lo scovarono Castellacci e Pingitore che se lo portarono al Bagaglino.
Il grande successo per Bombolo è arrivato con i film con Tomas Milian, dove l’attore era Nico Giraldi, ex ladro divenuto dapprima maresciallo della Polizia di Stato, poi ispettore. Nella serie di film Bombolo interpretava Franco Bertarelli detto Venticello, collezionista di schiaffi che il suo amico ispettore gli rifilava in continuazione. Tomas Milian ha raccontato che al funerale di Bombolo si nascose per non essere notato e quando il feretro gli passò davanti, gli diede un affettuoso buffetto, in ricordo di tutti gli schiaffoni che gli aveva rifilato sul grande schermo.