Non tutti sanno che anni fa, a Sanremo 2000, successe che Bono Vox si inchinò davanti a Mario Merola. Nel cult televisivo di inizio secolo, di cui è rimasta una testimonianza video, il frontman degli U2 e il re della sceneggiata napoletana regalarono alla kermesse canora una scena destinata ad entrare nella storia del festival della canzone italiana.
Era l’anno 2000, il Festival di Sanremo era alla sua 50esima edizione, sul palco a condurlo, per il secondo anno consecutivo, c’era Fabio Fazio, affiancato dal tenore Luciano Pavarotti, Teo Teocoli e dalla modella e attrice spagnola Inés Sastre. Un’edizione segnata dalla presenza di numerosi ospiti internazionali, tra cui gli Eurythmics, gli Oasis e gli U2 e dalla vittoria dei casertani della Piccola Orchestra Avion Travel, con il brano Sentimenti. Un risultato arrivato grazie agli altissimi voti della giuria di qualità che volle premiare il bellissimo brano del gruppo di Peppe Servillo, fratello del celebre regista e attore Toni.
Il gruppo irlandese ed il suo frontman regalarono l’episodio che stiamo raccontando. Bono e la sua band suonarono The Ground Beneath Her Feet, un brano incluso nella colonna sonora del film, The Million Dollar Hotel. Nei crediti della canzone compare anche lo scrittore Salman Rushdie, dato che il testo proviene proprio dal suo romanzo La terra sotto i suoi piedi, in originale The Ground Beneath Her Feet.
Bono Vox, mentre cantava scese tra la platea del pubblico che affollava l’Ariston e, improvvisamente, si trovò davanti Mario Merola, piazzato al centro della sala, in piedi, non si sa bene per quale motivo. I due si trovarono faccia a faccia, a quel punto il cantante partenopeo iniziò ad applaudire e Bono accennò un inchino, un inaspettato segno di rispetto diventato subito un cult. L’episodio fu quasi un remake moderno della famosa scena in cui Merola urla al figlio “Addenocchiate e vaseme ‘sti mmane”, nella sceneggiata O’Zappatore.
Francesco Merola, figlio del cantante, in un’intervista a VocediNapoli.it ha spiegato quell’episodio surreale: “Bono aveva amici italiani che lo portarono a vedere un concerto di mio padre in America. Questo spiega l’inchino avvenuto a Sanremo qualche anno fa perché era riconoscente al re della sceneggiata. C’è stata una grande amicizia, è tutto reale, non abbiamo pagato nulla. L’inchino lo fece perché era riconoscente al re della sceneggiata”.
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