Britney Spears ha spiegato che il motivo per cui nel 2007 si rasò i capelli a zero era dovuto ad un atto di ribellione nei confronti del mondo esterno e ad una reazione nei confronti della parrucchiera che rifiutò di rasarle la testa. Il 16 febbraio di quell’anno, infatti, Spears entrò in un salone di bellezza di Tarzana, in California, chiedendo alla titolare, Esther Tognozzi, di raderle il capo. Al rifiuto della donna, Spears afferrò allora la macchinetta taglia capelli, restando in pochi minuti del tutto calva, tra lo sgomento generale dei presenti. Ora, in un estratto della sua autobiografia, The Woman in Me, pubblicato in esclusiva dalla rivista People, la popstar racconta come quel radicale cambio di look avesse rappresentato un atto spontaneo di ribellione nei confronti del mondo esterno
“Ero abituata a essere fissata sin da bambina… la gente mi scrutava da capo a piedi, sempre, continuamente… e poi quando sono diventata adolescente, tutti hanno cominciato a darmi le loro opinioni, non richieste, sul mio corpo; radermi a zero e “fare scenate” è stato il mio modo di reagire”
Nel brano riportato, Britney Spears prosegue poi il discorso, facendo diretto riferimento alla controversa misura di tutela legale, cui è stata sottoposta, dal 2008 al 2021, per ordine di un tribunale, su richiesta del padre, Jamie Spears: “Quando sono finita sotto tutela legale, poi, mi fu detto che non avrei più potuto comportarmi così; avrei dovuto farmi ricrescere i capelli, tornare in forma, andare a letto presto e prendere certe determinate medicine“.
La storia della tutela legale di Spears inizia proprio nell’ottobre 2007, quando la donna si vede negare la custodia dei due figli avuti con l’ex marito Kevin Federline; nel gennaio 2008, durante una visita concordata, Spears si chiude nel bagno con il figlio Jaden, rifiutandosi di consegnarlo a Federline, come previsto dagli accordi di separazione; a quel punto, la donna viene sottoposta a ricovero coatto in ospedale, una misura reiterata qualche settimana dopo. Il 1 febbraio 2008 il padre della cantante, Jamie Spears presenta domanda per essere nominato tutore legale della figlia. La misura, da temporanea, diviene di fatto definitiva nell’ottobre del 2008; i beni della donna sono quindi posti sotto diretto controllo del padre e di un team di amministratori di sostegno; la protezione, però, si estende anche ad ogni aspetto della vita privata della cantante, come trapelerà anni dopo dagli atti della causa che porterà alla sospensione del provvedimento.

Nel giugno del 2021, infatti, il NY Times pubblica alcuni documenti secretati che attestano i vari tentativi compiuti negli anni dalla cantante, per emanciparsi dalla sorveglianza; secondo queste carte, i tutori legali di Spears avrebbero avuto voce in capitolo su ogni aspetto della vita della cantante, dalle frequentazioni sociali al colore dei mobili di casa. Nel 2021, nel pieno del movimento social #FreeBritney, da lei stessa istigato, e che mesi dopo, avrebbe convinto il padre a richiedere l’annullamento della tutela, la popstar rivolge pesanti accuse al genitore: “A voi che criticate i video in cui ballo, dico che su un palco non mi vedrete più, almeno non finché mio padre continuerà ad ordinarmi cosa indossare, cosa fare, cosa pensare!!!“.
Anche in seguito all’enorme clamore mediatico creatosi attorno alla questione, il 7 settembre 2021 Jamie Spears invia formale richiesta per porre fine alla tutela legale; petizione accolta il successivo 12 novembre dal giudice della Corte Superiore di Los Angeles, Brenda Penny.
Ora Spears conclude così, nell’estratto della biografia pubblicato online, l’amara riflessione su quel difficile periodo della sua vita: “La tutela legale mi ha tolto la libertà di essere una donna adulta; giorno dopo giorno, a furia di essere trattata come una bambina, perdevo pezzi di ciò che mi aveva sempre fatto sentire me stessa. Sul palco non ero più una persona, ero un’entità, un robot. Avevo sempre vissuto la musica come una seconda pelle, e loro me l’hanno tolta.. Per tredici anni mi sono sentita come l’ombra di me stessa; se ora ripenso al fatto che mio padre e i suoi sodali hanno avuto il controllo totale del mio corpo e dei miei soldi per tutto quel tempo, mi viene da vomitare“.