Cary Guffey, dopo una breve carriera nel cinema come attore – bambino, oggi lavora come consulente finanziario di successo per la PNC di Birmingham, in Alabama ed è sposato con Michelle Quillen e ha due figli, Larry e Sue. Ha raccontato più volte la sua esperienza sul set di Incontri ravvicinati del terzo tipo, film di Spielberg, lo abbiamo visto nei film di Bud Spencer e i suoi genitori rifiutarono di fargli fare Shining di Kubrick!
Guffey esordì sul grande schermo all’età di 5 anni nel 1979 in Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg (era Barry, il bimbo rapito dagli alieni). Un ruolo che, nella più classica delle parabole, gli sarebbe rimasto appiccicato addosso per sempre; nel 1979 e nel 1980, infatti, interpretò una sorta di suo omologo extraterrestre, l’alieno H7-25, nel film Uno sceriffo extraterrestre poco extra e molto terrestre, al fianco di Bud Spencer, cui avrebbe fatto seguito l’anno dopo Chissà perché capitano tutte a me, diretto, come il precedente, da Michele Lupo.
“Avevo quattro anni all’epoca di Incontri ravvicinati, quindi ero piccolo” – raccontò in un’intervista al Daily Mail – Non ho ricordi chiari di tutta l’esperienza, ma ricordo alcune cose a sprazzi. Ricordo che uno dei set era molto fangoso e non potevo andare in giro, perché rischiavo di sporcarmi”
“Spielberg mi ha sempre trattato come un suo pari. Si abbassava per stabilire un contatto visivo con me” Gli faceva fare giri in moto sul set. Avrebbe voluto anche portarlo a fare un giro su un elicottero, ma il piccolo Cary si rifiutò. “Il tempo trascorso sul set fu come un gioco, non era un lavoro. Sembrava una grande festa. Credo che Spielberg sia rimasto fondamentalmente un bambino. Un bambino cresciuto a cui piace raccontare storie e connettersi con il prossimo in un modo speciale”
Siccome Cary non aveva mai recitato e non aveva esperienza, per ottenere alcune reazioni da lui, Spielberg faceva delle cose off camera, per fare in modo che reagisse nel modo che serviva per il film. Per ottenere un sorriso di sorpresa, ad esempio, scartò un regalo per lui. Ma lo fece anche un po’ spaventare, mettendogli davanti, all’improvviso, delle persone vestite da gorilla o da clown. Tutto servì a dar forma ad una performance che allora fu considerata spontanea e naturale. “Spielberg per me era come uno zio, non avevo idea che fosse un regista importante”
Terminata, nel 1985, la breve parentesi come attore, Guffey intraprese una carriera nel ramo economico – finanziario che oggi l’ha portato a essere un apprezzatissimo professionista. A raccontarci quest’insolita parabola, è peraltro lui stesso, in un’intervista del 2018 a CNBC.
“Sin dall’anno del mio debutto, a 3 anni [nella miniserie Nord e Sud] ho da subito guadagnato cifre importanti, diciamo sui 100.000 dollari. I miei sono stati bravi a mettere al sicuro i risparmi, salvo poi consegnarli nelle mani di un me diciottenne alquanto sprovveduto. La prima cosa che ho fatto è stato sostituire la mia auto, ancora perfettamente funzionante, con una Pontiac nuova di zecca!
Alla fine, ho imparato dai miei errori, come tutti, e faccio tesoro della mia esperienza per aiutare i miei clienti. Ho imparato che il denaro va coltivato come un giardino; se lo scialacqui, poi non torna“.
Nessun rimpianto, dunque, per la mancata carriera d’attore: “Mia madre, un’insegnante di lettere, non avrebbe mai permesso che il lavoro interferisse con la mia istruzione; il mio agente all’epoca usciva pazzo, tante erano le proposte che rifiutavamo” I suoi genitori “uccisero la sua carriera” scherza oggi Cary, ma alla fine ammette che è stata la decisione più opportuna. “Sono cresciuto accanto a persone famose, ma non avevo idea di cosa fosse la fama. Facevo un film all’anno, in estate, quando gli altri ragazzini andavano nei campi estivi. I miei genitori si rifiutarono di farmi fare Shining, perché ritennero che un horror fosse inappropriato per un bambino della mia età. Ovviamente il mio agente non era d’accordo”