Sharon Stone ha svelato alcuni retroscena sulla sua nomination all’Oscar per Casinò, di Martin Scorsese; l’attrice ha raccontato infatti di essersi impuntata e di aver dovuto convincere i suoi finanziatori a sostenere la sua candidatura come Miglior attrice protagonista, nonostante le poche possibilità di vittoria prospettate; ospite del podcast Table for Two with Bruce Bozzi, Stone ha raccontato come, a causa della reputazione successiva all’esperienza di Basic Instinct, i suoi advisor non credessero possibile una vittoria in quella categoria, spingendo invece per una nomination come Miglior attrice non protagonista: “Nessuno all’epoca mi vedeva come un’attrice; loro mi dicevano che non avrei mai vinto l’Oscar come attrice protagonista, perché io ero io, e che se mi fossi candidata come Miglior attrice non protagonista, invece avrei vinto.. Ma io ho detto loro che non mi interessava vincere, e che io in quel film ero la protagonista.”
Stone sottolinea quello che per lei era davvero importante: “Per me, il punto focale era il lavoro che avevo fatto; e io nel film, sono l’attrice protagonista; ho lavorato per cinque mesi con Robert De Niro, Joe Pesci e James Woods; avevo fatto un certo tipo di lavoro, e volevo essere inserita nella categoria corretta per quell’interpretazione; io non vado agli Oscar per farmi dare la statuetta, con tanti saluti; io voglio restare nella mia corsia di competenza, senza attraversamenti o scorciatoie.”
Stone alla fine ottenne la nomination come Miglior attrice protagonista, insieme a Emma Thompson (Ragione e sentimento), Elizabeth Shue (Via da Las Vegas), Meryl Streep (I ponti di Madison County) e Susan Sarandon (Dead Man Walking – Condannato a morte), che vinse il premio: “Non mi aspettavo certamente di vincere… la gente non mi vede come un attrice; non mi vedono come una persona che ama il suo lavoro, solo perché non vado in giro a dirlo ai quattro venti; non vado in giro a dire che sono un’attrice drammatica… non vado ospite in TV a discutere delle mie “interpretazioni sentite”, non parlo del mio lavoro come di una “forma d’arte”, perché non credo che lo sia.”
Riguardo al suo approccio nei confronti della recitazione, Stone spiega: “Cerco di rendere chiaro a tutti come avviene l’incontro tra il vento e gli alberi”; a me piace interpretare persone realmente vissute, perché così facendo è come se aprissi loro la mia anima e permettessi loro di parlare attraverso me; non sono un’attrice drammatica, sono un tramite spirituale; e quando ho l’onore e l’estremo piacere di ricevere una sceneggiatura che è veramente fatta per me, come successo per Casinò, lo sento immediatamente; ma gli altri non potevano capire questa cosa; per me ottenere quel ruolo è stata una benedizione. Adoro quel film, adoro i miei colleghi, Robert De Niro e Joe Pesci, i migliori attori del mondo, adoro Nick Pileggi (sceneggiatore e autore del volume cui il film s’ispira, ndr), adoro tutti quelli che hanno lavorato a quel film, e Martin Scorsese,, il più grande regista di tutti i tempi.”