Carlo Costanzia Flores, figlio del conte Carlo Costanzia di Costigliole e della modella spagnola Mar Flores, nato a Madrid nel 1993, è un modello, attore e musicista italiano; col nome de L’Italiano, infatti, si è fatto strada sui social con alcuni mix molto popolari; senza alcun dubbio, però, il giovane deve la sua fama soprattutto alla partecipazione nella serie Toy Boy, prodotta da Netflix. Carlo è il fratellastro di Pietro Costanzia di Castigliole, il giovane che è accusato di tentato omicidio con un machete, a Torino.
Dietro l’apparenza del successo, però, troviamo un uomo tormentato, sin dall’infanzia, da importanti problemi, legati in gran parte al divorzio dei genitori, avvenuto quando Carlo aveva solo tre anni: “È stato piuttosto scioccante e traumatico. I giornalisti non sono molto rispettosi né pensano al bambino innocente che non sa cosa succede intorno a lui. È stato travolgente, ho passato un brutto momento . “Non te ne accorgi o non diventi consapevole di tutto ciò finché non diventi un po’ più grande“.
Da lì, il trasferimento a Milano con il padre: “Con la lingua me la cavavo, perché mio padre mi ha parlato in italiano fin da quando ero piccolo, ma il cambiamento radicale di città, di amici e di costumi a quell’età… non lo augurerei a nessuno“.
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Un trauma che presto porta Carlo sulla cattiva strada: “Ho vissuto l’incubo di non avere riferimenti familiari. A scuola i grandi ti insultano, sono cose brutali e insulti forti a mia madre”, ha confessato Carlo sul set di ‘Venerdì’. “Probabilmente sono arrivato a incolparli per tutto quello che mi è successo. Ho avuto il mio primo contatto con le sostanze quando avevo 10 anni . Comincio con alcol, tabacco, hashish e poi continuo per un po’. Nella mia adolescenza ho toccato il fondo”.
Nonostante il ritorno a Madrid dalla madre, che nel frattempo aveva riottenuto la custodia di Carlo, l’adolescente non riesce a liberarsi dai suoi demoni, ed è costretto ad entrare in riabilitazione. Un percorso di recupero che continua tutt’ora: “Non voglio giustificare le mie azioni ma quando commetto questi crimini non sono sano di mente né in senno e lo dico con vergogna. Non sono felice di aver avuto tutti i problemi di dipendenza che ho avuto in tutta la mia vita. Sono felice di averlo superato. Vado in un centro tutte le settimane, faccio terapia con lo psicologo e loro vedono attraverso gli esami che non consumo nulla, nemmeno hashish“.
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La buona volontà, però, non ha impedito a Carlo di entrare in conflitto con la giustizia; già nel 2015, a soli 22 anni, il giovane fu denunciato per aver accumulato 100 multe non pagate per eccesso di velocità; non contento, fermato a un posto di blocco, Costanzia sfuggì dagli agenti.
Pochi anni dopo, il giovane resterà coinvolto in un caso di compravendita illecita di auto di lusso; lui e il socio saranno condannati dalle autorità spagnole e Costanzia in particolare riceverà una pena a 21 mesi per frode aggravata (l’iter processuale relativo a questa questione non si è ancora concluso) mentre, condannato anche per guida in stato di ebbrezza, è stato costretto ad indossare un braccialetto elettronico: “Ho fatto la figura del fesso; avevo risparmiato dei soldi e volevo comprarmi un Cayenne, e mi sono messo in affari con uno più furbo di me, uno che truffa dagli anni ’90.”
Un’esistenza, quella di Carlo, che sembra segnata da problematiche simili a quelle vissute dal suo fratellastro Pietro Costanzia di Costigliole, che è stato arrestato a Torino per tentato omicidio con un machete e che ha già precedenti per rapina in Spagna.