Aurelia Laurenti, nata nel 1988 a San Quirino, è la donna che è stata uccisa il 25 novembre 2020 a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone, dal suo compagno, Giuseppe Forciniti, per un motivo che l’uomo non ha saputo spiegare, ma secondo ulteriori testimonianze, era motivato dalla fine della loro relazione in seguito ad un tradimento da parte di lui. La coppia aveva due figli che dopo l’omicidio sono stati affidati ai nonni materni.
Aurelia, originaria di una cittadina del Friuli Venezia Giulia, aveva conosciuto il suo assassino agli inizi dei 2000, durante una vacanza in Calabria, quando entrambi erano molto giovani. Dopo una relazione a distanza di 10 anni, vanno a convivere in una villetta a Roveredo, mettono su famiglia, hanno due figli piccoli. Lei si occupa dei bambini, lui è infermiere. La loro relazione, vista dall’esterno, sembra serena, ma negli ultimi tempi accade qualcosa che cambia il corso della loro storia. Il padre di Aurelia, Giacomo, spiega che in realtà la loro relazione era tutt’altro che serena: lei aveva scoperto che lui la tradiva ed era intenzionata a lasciarlo, lui però non accettava questa decisione.
“Aurelia aveva visto il cellulare di Giuseppe. Lo aveva controllato e aveva trovato l’evidenza di almeno una relazione con un’altra donna. Ce n’era anche una seconda, ne sono certo, ma il fatto legato al cellulare riguardava una sola persona” – racconta il padre della donna. Ad un certo punto tra i due qualcosa si spezza: “Aurelia questa estate aveva lasciato la casa di Roveredo ed era venuta da noi con i bambini. È stato un bruttissimo momento. Poi è tornata da lui, per non ferire i miei nipotini”
Come riporta Il Gazzettino, la psicologa che seguiva la coppia, Fernanda Pugatti, spiega che Aurelia Laurenti era fortemente divisa:
“Forciniti voleva trovare un accordo per risolvere un problema legato a un tradimento avvenuto durante l’estate e in seguito al quale lei era tornata dai suoi genitori. Lui voleva recuperare il rapporto, lei si contraddiceva, disse che il compagno le faceva schifo, ma non voleva andar via di casa. Voleva un ambiente familiare sereno, ma non come coppia. Mi parlarono anche di un episodio in cui lei picchiò il compagno per i suoi rientri tardivi, lui manifestava anche preoccupazione per gesti di autolesionismo da parte della donna”
Secondo Forciniti, la sera dell’omicidio Aurelia si era arrabbiata con lui perché aveva condiviso sui social una loro foto insieme al figlio più piccolo, un gesto che la donna avrebbe mal tollerato, visto che considerava la loro relazione ormai al capolinea. Sempre secondo la versione di Forciniti, quella sera la sua compagna, dopo aver messo a letto i bambini, gli avrebbe sferrato due pugni alla schiena e poi avrebbe preso un coltello. A seguire, Forciniti non sa spiegare cosa sia successo, ma si reca in questura – su esortazione dei genitori, che lo avevano sentito al telefono – denunciando di aver avuto una colluttazione con dei ladri che si erano introdotti in casa, ma il suo racconto viene smentito subito, perché i tagli che ha sulle mani sembrano più compatibili con un’arma da taglio che con una colluttazione a mani nude.
Prima dell’omicidio, i vicini sentono Aurelia e Giuseppe litigare e lei, appunto, sembra infastidita a causa di una foto condivisa da lui sui social. Poi dopo qualche ora, sentono le urla di uno dei loro bambini, che ha assistito all’omicidio. Aurelia, come confermerà l’autopsia, è stata uccisa con venti coltellate, quattro delle quali profonde. Il coltello, in seguito, viene trovato in un cassonetto.
Forciniti però descrive Aurelia Laurenti come una donna fragile, segnata da gravi problemi psicologici iniziati dopo la nascita del secondo figlio. In passato aveva lavorato per un “Compro Oro” e – stando a quanto riporta il Gazzettino – viveva l’incarico con un senso di responsabilità opprimente, tanto che ebbe una crisi e finì in neurologia, in codice rosso. “Durante le nostre discussioni sbatteva la testa contro il muro e si torceva le mani”
La situazione, nel tempo peggiora, racconta l’uomo: secondo il suo racconto lui prova a cercare un dialogo, ma lei è sempre più aggressiva. Nell’estate 2020, mentre si preparano per partire per la Calabria, dove vivono i genitori di Forciniti, Lui fa ritorno a casa alle due di notte e viene aggredito: “In casa era buio, faccio le scale e mi sento aggredire da dietro con un bastone. Scappo in camera e lei con il mattarello in mano me ne ha date tante”
Forciniti racconta di aver subito aggressioni, minacce di morte da parte di Aurelia, ma il 25 novembre 2020 la uccide.