Chuck Norris oggi ha sostanzialmente abbandonato la carriera d’attore; il suo ultimo ruolo cinematografico, risale al 2012, ne I mercenari 2, con Sylvester Stallone, dove interpretava il sicario solitario Cooker; escludendo un paio di apparizioni in serie televisive, nell’ultimo decennio, la carriera della star di Walker: Texas Ranger si è concentrata sugli spot pubblicitari, e su sporadici lavori di doppiaggio in piccoli videogiochi action. Icona del cinema muscolare anni ’90, Norris ha fatto recentemente parlare di sé per questioni relative alla sua vita privata, come il doppio infarto che gli è capitato nel 2017 e la causa a 11 case farmaceutiche – tra cui anche una italiana – in seguito a ciò che è successo a sua moglie.
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Nel luglio del 2017, dopo aver partecipato come ospite speciale al campionato mondiale di arti marziali, organizzato a Las Vegas da una federazione americana, Norris fu colto da dolori al petto. Prontamente soccorso, mentre si trovava nella doccia di un albergo del Nevada, il Tonopah Hotel & Casino, l’attore, accompagnato dalla seconda moglie, Gena O’Kelley, fu trasportato in ambulanza al più vicino ospedale, distante circa 100 miglia. Durante il lungo viaggio, però, Norris fu colpito da un attacco di cuore; il personale medico presente riuscì a salvargli la vita. All’arrivo in ospedale, subentrò un secondo infarto, anche questo brillantemente superato. Dimesso dopo pochi giorni di degenza, Norris, in seguito a quest’esperienza, sarebbe diventato testimonial per la prevenzione e la lotta contro le malattie cardiache.
Pochi mesi dopo, nel novembre 2017, un’altra questione di interesse medico avrebbe riportato il nome di Norris alla ribalta della cronaca; l’attore e la sua seconda moglie, Gena O’Kelley, depositarono presso il tribunale di S. Francisco una causa civile contro 11 case farmaceutiche, distributrici di liquidi di contrasto aventi come principio attivo un metallo chiamato gadolinio. In seguito a tre risonanze magnetiche, effettuate come esame di routine per il trattamento di un’artrite reumatoide, Gena O’Kelley dichiarò di aver provato una “immediata sensazione di bruciore”, seguita da dolore prolungato in tutto il corpo e sintomi neurologici invalidanti, oltre a un forte dolore alle costole, dovuto alla pressione del macchinario: “Ho subito danni cerebrali gravissimi… le mie capacità cognitive erano ridottissime, non riuscivo più a pensare, o ad articolare i pensieri con la parola. Non avevo più tono muscolare, e la mia memoria era andata“.
Dopo molti mesi di costosissime cure a base di cellule staminali in Cina, la salute della donna tornò buona; lei e Norris decisero tuttavia di fare causa alle case farmaceutiche produttrici del liquido, con in testa l’italiana Bracco;, esse, a loro dire, pur essendo al corrente dei rischi connessi all’uso del gadolinio, non sarebbero state in grado di informare in maniera sufficientemente chiara il pubblico a riguardo. Dopo una lunga battaglia legale, nel gennaio del 2020 , Norris e Gena O’Kelley hanno ritirato la causa, senza richiesta di patteggiamento, e accettando di pagare le spese processuali a proprio carico.
Esito diverso ha invece avuto un altro procedimento legale intentato da Norris; quello, datato 2019, nei confronti di CBS. l’attore aveva infatti accusato il network che per anni aveva ospitato Walker: Texas Ranger. di non avergli mai corrisposto una compensazione monetaria adeguata al successo riscontrato dalla serie; la causa si è chiusa nel luglio 2023 con un patteggiamento extragiudiziale, grazie al quale Norris ha ottenuto il 30% dei profitti totali generati dalla serie.