Carlo Verdone è uno di quei personaggi che meglio ha saputo raccontare Roma e i romani, ma oggi ha ammesso che sta pensando di andarsene. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, Verdone ha illustrato quelli che sono i problemi principali della Capitale: il degrado, in modo particolare con turisti e locali che fanno i bisogni all’aperto, l’assenza di bagni pubblici, la sporcizia, i muri cittadini segnati da graffiti e scritte, i borseggiatori in metro, l’assedio dei turisti, i cantieri per il Giubileo che rallentano tutto e non ultimo, il caldo asfissiante, che grava su tutto. L’attore e regista ne ha anche parlato direttamente al sindaco Roberto Gualtieri, al telefono. E su Simone Cicalone, lo youtuber che segnala i borseggiatori in metro, spiega che potrebbe essere uno dei suoi tanti personaggi, ma preferirebbe che i controlli fossero affidati alle forze dell’ordine invece che a una star dei social.
Carlo Verdone oggi ha 73 anni e ammette, con disagio, che a Roma non si trova più bene, o forse alla sua età è diventato più insofferente al caos e ai disagi, che con questo “caldo volgare e cafone”, risultano ancora più insopportabili. Altro che Ferragosto a Cracovia, come proponeva Enzo di Un sacco bello, oggi Verdone spiega a Il Fatto Quotidiano che vorrebbe andarsene definitivamente, e come lui tanti suoi amici.
“Non ne posso più. Ci penso davvero, due o tre volte a settimana: famme scappa’ via. Non è un problema solo mio, conosco tanti amici che stanno valutando concretamente di andarsene da Roma. È la prima volta che succede”
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Uno degli ultimi episodi che lo ha esasperato al punto da pensare seriamente di andarsene è stato l’incendio di Monte Mario, in occasione del quale si è ritrovato bloccato nel traffico, nonostante fosse in scooter.
“Quando c’è stato l’incendio di Monte Mario ero lì vicino, stavo lavorando a piazzale Clodio. Ho provato a tornare a casa, ma tutte le strade erano chiuse per far passare i pompieri e la polizia. Ero pure in scooter, in teoria doveva essere più semplice venirne fuori, invece sono finito incastrato in una specie di bolgia infernale: come mi muovevo trovavo una strada chiusa. Ero ostaggio, non riuscivo più a tornare a casa. Ho girato in via Ottaviano, pensavo di salvarmi, non l’avessi mai fatto: un cantiere, altra strada chiusa. Ho scoperto che a Roma ci si può ancora perdere alla mia età”
Altra fonte di disagio, secondo Carlo Verdone sono i cantieri per il Giubileo 2025 – che si terrà a Roma per un anno, a partire da dicembre 2024. Secondo l’attore e regista andavano aperti molto prima, anche perché tra burocrazia e lavori, i tempi potrebbero allungarsi a dismisura.
“Ben vengano i cantieri, probabilmente quando saranno finiti la città sarà più bella. Ma siamo nel 2024: le cose andavano fatte molto, molto prima. Quando Rutelli fece tutti quei lavori, per il Giubileo del 2000, ci venne un esaurimento nervoso, ma a conti fatti servivano eccome. Il problema è che abbiamo tutti paura che i cantieri si possano allungare oltre misura. Allora no, diventerebbe l’ennesimo guaio. Siamo abituati a un sistema burocratico spaventoso: si rompe un arco, una galleria, arrivano le transenne, ti sequestrano una strada e non sai quando te la ridanno. Entrano in ballo una, due, tre soprintendenze. Qualche anno fa un fulmine colpì la statua di Garibaldi al Gianicolo, non so quanti anni ci sono voluti per rimetterla a posto, per tutto quel tempo lì non si poteva più girare una scena”
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Un altro problema serio è quello del decoro pubblico e dell’assenza di toilette pubbliche, che costringono romani e turisti a farla un po’ ovunque, con un impatto negativo sull’igiene e la decenza. La responsabilità di questo problema va divisa tra amministrazioni e cittadini privi di buon senso. Dopo l’intervista però, Verdone e Gualtieri si sono sentiti al telefono e il sindaco gli avrebbe garantito l’installazione di 130 toilette pubbliche.
“Ho sollevato il problema dei gabinetti pubblici. Provi ad affacciarsi per una ventina di minuti da Ponte Garibaldi o da Ponte Sisto, vedrà qualcuno che si cala i pantaloni e lascia un bel ricordo. Glielo garantisco al cento per cento. Mica solo pipì, eh, pure qualche regalo più sostanzioso. Dalla mia finestra vedo ragazzi, ubriaconi – romani e turisti – che si nascondono dietro macchine, statue, alberi. Ogni volta che torni a casa, ti devi controllare le suole delle scarpe. È indecoroso, impensabile per le capitali europee “normali”. C’è un concorso di colpa, è chiaro: c’entra pure il senso civico delle persone. Ma cara amministrazione, che ci vuole a mettere dei vespasiani?”
“Roma è sporca da troppo tempo e questa è la conseguenza. Guardi, le assicuro che non mi trovo a mio agio nel ruolo di chi critica la sua città. Poi mi dicono “hai parlato male di Roma”. Ma come fai? Come ti giri, non vedi più una strada normale. Non c’è un centimetro di muro che sia stato risparmiato. Tag, firme, scritte, brutture, sfregi. Questa città deve essere considerata come la nostra casa. Quando una casa è tenuta bene, quando ci entri stai attento….Quando è trascurata, invece, ognuno si sente in diritto di trattarla male”
Alla fine poi Verdone parla anche di Simone Cicalone, un ex pugile e youtuber che oggi filma i borseggiatori in metro, ma la sua attività da “giustiziere della notte” divide i romani e gli è costata anche un’aggressione. Verdone ammette che Cicalone potrebbe essere uno dei suoi personaggi, ma preferirebbe che ad occuparsi dei ladri in metro fossero le forze dell’ordine.
“Cicalone potrebbe tranquillamente essere un mio personaggio. Sotto la metropolitana ci vorrebbero più agenti in borghese, non è un lavoro che può fare chi conta di prendere i like. Certo Roma è talmente grossa, talmente affollata. Ormai, bisogna dire la verità, ci sono più turisti che romani. Mi rendo conto che è tutto complicato, siamo in un momento di declino da tutti i punti di vista. Ma è così strano chiedere meno Cicalone e più polizia?”
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