Dakota Johnson, intervistata per Vanity Fair, parla della sua esperienza sul set di Cinquanta sfumature di grigio. La trilogia erotica l’ha consacrata sul grande schermo ma la stessa attrice ammette che girare il film è stato molto complicato a causa dell’autrice dei romanzi, E.L. James. “Se avessi saputo all’epoca che sarebbe stato così, non credo che nessuno l’avrebbe fatto”, ha detto. “Sarebbe stato come dire: “Oh, questo è da pazzi”.
“Ho firmato per fare una versione molto diversa del film che poi abbiamo realizzato“, ha dichiarato Dakota a Vanity Fair. Nonostante le difficoltà che ha trovato durante il percorso di recitazione sul set, l’attrice si ritiene soddisfatta della sua esperienza a cui è grata perché le ha portato molta fortuna. “Erika [l’autrice dei romanzi, E.L. James] aveva molto controllo creativo e pretendeva di girare determinate scene“, ha spiegato Dakota. “C’erano parti dei libri che non avrebbero funzionato in un film, come il monologo interiore, che a volte era incredibilmente smielato. Non avrebbe funzionato se detto ad alta voce. Era sempre una battaglia. Sempre“.
In seguito ha continuato: “Facevamo le riprese del film che Erika voleva fare e poi facevamo le riprese del film che volevamo fare noi“. Questo ha creato parecchi disaccordi e ha fatto sì che il processo di ripresa fosse “diventato qualcosa di folle” e “complicato”. “Ma no, non me ne pento. Io e Jamie siamo stati trattati molto bene“, ha detto. “Erika è una donna molto simpatica, è gentile con me e le sono grata per avermi voluto in quei film. È stato fantastico per le nostre carriere. La considero una fortuna. Ma è stato strano“.
Sempre nella stessa intervista, hanno chiesto a Dakota Johnson se i film di Cinquanta sfumature potrebbero essere realizzati oggi, visto il clima carico di politica personale e sessuale: “No. Probabilmente no“, risponde. “Ma cosa c’è di male? Si tratta di una dinamica sessuale specifica che è davvero reale per molte persone“.