Filippo Timi ha parlato della malattia degenerativa oculare che lo affligge, il morbo di Stargardt, un handicap fisico che, insieme alla balbuzie, ha da sempre caratterizzato l’esistenza dell’attore umbro, di nuovo in tv con una stagione de I delitti del BarLume, a partire da domenica 14 gennaio. Timi ha spiegato che vede “solo i contorni”, non guida (ma gli piacerebbe), in compenso scrive, dipinge, ovviamente sempre con delle accortezze per agevolarsi la vita.
Intervistato dal Corriere della Sera, l’attore ha spiegato così la sua malattia: “Per il morbo di Stargardt, che mi fa vedere solo i contorni, non riesco a inventare le immagini, ma è un tema. Quanto alla balbuzie, è meno forte però c’è ancora, a volte in scena non so se mi esce la frase. Mi costringe a un lavoro supplementare. Sono anche autoironico. La vita ti insegna che o soccombi, oppure le fragilità cerchi di usarle, e trovarvi un valore. Un fiore, su un sasso, spunta uguale. E il sasso è la vita stessa“.
In una precedente intervista al Corriere, Timi spiegò: “Vedo non con gli occhi, ma con il cervello. Immagino e costruisco. Magari vedo nella mia testa quello che vedete voi con i vostri occhi”. Timi è anche pittore, oltre che attore, e ha fatto studi artistici, anche se senza troppa convinzione. “Facevo le scuole superiori all’istituto d’arte. Moda e costume, design. Mi piacevano ma non sapevo mica bene che cosa fossero. Mi piaceva Dalì. Ho anche dipinto una porta di casa, imitandolo. Poi mi trovo per caso a un’audizione per la compagnia di Giorgio Barberio Corsetti e mi hanno preso”
“Ogni tanto penso a quanto mi piacerebbe guidare. Con il computer mi sono abituato a usare i caratteri quaranta e grazie all’iPhone riesco a inviare anche i messaggi”
Il morbo di Stargardt, come ci spiega il database di malattie rare Orpha.net, chiamato anche degenerazione maculare giovanile, è una malattia genetica rara “caratterizzata da perdita progressiva della visione centrale associata a chiazze maculari e perimaculari irregolari di colore giallo-bianco sul fondo dell’occhio; Sebbene la progressione e la gravità siano molto variabili, la malattia di Stargardt (STGD1) in genere è caratterizzata da perdita progressiva della visione centrale associata ad obnubilamento della vista e, occasionalmente, a una progressiva difficoltà di adattamento al buio. Di solito la visione periferica è normale. Nella maggior parte dei pazienti la visione dei colori è compromessa. La malattia può associarsi a fotofobia“.
Non esistono cure definitive, ma trattamenti sintomatici, e il decorso della malattia è generalmente confinato a una perdita di visione centrale, con alcune eccezioni”.