Frank Matano ha dedicato un post a Francesco Pio Maimone, il ragazzo di 18 anni, incensurato, ucciso per errore a Napoli da Francesco Pio Valda, un giovane di 20 anni, legato ad ambienti di camorra. Maimone si è trovato nel momento sbagliato in cui Valda, durante una rissa, cercava di rispondere ad un affronto sparando.
Nel suo post condiviso su Facebook, Matano ha voluto dare il suo ultimo saluto a Maimone, ricordando un episodio del suo passato, in provincia di Caserta. L’attore ha ricordato infatti di quando andava al liceo linguistico e un bullo, che cercava di dimostrare a tutti i costi di essere degno dei suoi amici camorristi, gli diede una testata sui denti. Il post affronta anche il tema doloroso dei ragazzi che al sud sono abbandonati a loro stessi, “invisibili” e finiscono nelle mani del “Sistema”. Condividiamo il testo completo del post, che è stato accolto con emozione.
“Sono nato e cresciuto in provincia di Caserta. Più di una volta ho assistito o vissuto in prima persona alla malevolenza gratuita di determinati ragazzi che hanno vissuto determinate situazioni che li hanno portati ad essere in un determinato modo e questo ghirigoro inutile di parole si chiama Camorra. Lo stato ha scelto di lasciare migliaia di ragazzi a loro stessi. Educati da persone che nella vita non hanno avuto la possibilità di autodeterminarsi, questi ragazzi sono cresciuti pensando di essere invisibili, pensando che l’unica cosa che si possa possedere sia l’onore. Non c’è altro. E se nessuno ti ha insegnato ad aprire la propria coscienza a te stesso, l’unico modo che hai di essere rispettato è la violenza.”
“È una dinamica sociale fatta di potere applicato in poco meno di 20 km². Oltre il proprio paese non c’è altro. C’è un muro, e ogni mattone di questo muro invalicabile è fatto di un pezzo della propria inadeguatezza.
Ho fatto le superiori a Sessa Aurunca. Prendevo il pullman da Carinola fino a Sessa ogni mattina. Quasi ogni mattina cercavo di non incontrare un ragazzo che non era un camorrista ma voleva esserlo. Era amico di “figli di” ma doveva dimostrare qualcosa in più al suo gruppo perché nelle sue vene scorreva sangue anonimo, insopportabile per un anonimo. Nessuno dà il giusto valore alla propria anonimia fin quando non la perde completamente, finendo sul giornale per esempio, uccidendo qualcuno per esempio. La quiete di non essere nessuno turba dolorosamente i nostri cuori soprattutto in questo mondo di porno-ego.”
“Questo mio coetaneo aveva scelto da maturo quindicenne di imporsi sugli altri. Nel 2004, quando scendevo dal pullman ci fermavamo mezz’oretta in villa a Sessa prima di entrare in classe . Ho fatto il linguistico. I miei compagni di classe con cui ero in villa prima di entrare ogni mattina erano poco meno di dieci donne. Ho vissuto il matriarcato nella mia adolescenza. Stavo nel mio gruppetto, in villa. Questo ragazzo mi si avvicina e mi chiama “o suggettò” che significa “soggettone”, ovvero “tu che non ti imponi con la forza qui avrai problemi”.
Non risposi alle provocazioni. Si avvicina sempre di più, siamo faccia a faccia, mi minaccia senza motivo, senza motivo, nessun motivo, zero motivi, non un motivo. Mi da una testata secca sulla bocca. Così a caso. Senza motivo. Nessun motivo. Zero motivi. Non un motivo. Per ridere. Per fare la camorra.”
“Era la sua personalissima fellatio ai cattivi. Mi mortifica. Non dico niente” – conclude Frank Matano “E mi porto il non dire niente per tutto l’anno scolastico. Mi porto il non dire niente fino a domani. Non dire niente è un altro modo di morire. Non dire niente per non morire di fronte a un bar con un vodka lemon annacquato in mano. Non reagire a una umiliazione. Non rispondere alla violenza richiede una perversa autocommiserazione e non si capisce dove finisce quella e dove inizia l’istinto di sopravvivenza. Questo messaggio è diretto ai ragazzi che vogliono imporre sé stessi con la violenza. Non c’è nulla che vi fermerà. Neanche un morto. Neanche mille, di cui già non sappiamo più nulla. Fra un mese Francesco Pio sarà uno di quelli. Niente di più. E chi l’ha ucciso sarà uno di quelli. Niente di più. Nessun protagonista. Torna l’anonimia. Resta il nulla. Resta il contrario della speranza. Restano solo dei ragazzi a cui non è permesso di vivere dignitosamente. Riposa in pace Francesco Pio Maimone. Riposa in pace fratello mio campano.”