Geena Davis ha ricordato due importanti episodi di molestie subite da Bill Murray sul set di Scappiamo col malloppo (1990), co-diretto da Howard Franklin e Murray stesso. Durante un’intervista concessa al podcast di Kara Swisher, Davis ripercorre a volo d’uccello la sua carriera, soffermandosi sulle difficoltà avute con l’attore; Inizialmente, durante un incontro con i produttori, avvenuto in una stanza d’albergo, Murray le avrebbe chiesto se poteva farle un massaggio usando uno strumento particolare.
“Mi ha chiesto se volevo provare questo Thumper, un marchingegno con le maniglie; mi dice di sdraiarmi, così può provarlo su di me; io gli dico che non voglio, lo ripeto due o tre volte, lui continua, io insisto che non voglio; a quel punto avrei dovuto urlargli in faccia che doveva smetterla di chiedermelo, perché io non volevo, ma ero troppo timida per farlo, E allora mi sono appollaiata a lato del letto e gliel’ho lasciato fare… ha smesso dopo neanche un secondo, senza neanche chiedermi se mi fosse piaciuto o meno; allora ho capito che mi aveva messo alla prova per vedere se poteva spingermi a fare qualcosa di inappropriato; nessuno degli uomini presenti ha detto nulla, io li guardavo, sperando che dicessero a Bill di smetterla, ma niente. Anni dopo ho capito che lui voleva farmi abbassare la cresta; credeva che dopo aver vinto l’Oscar (per Turista per caso, di Lawrence Kasdan, ndr) mi fossi montata la testa.”
Il secondo episodio avvenne invece il giorno successivo, nel corso delle riprese del film: “Dovevamo girare una scena molto impegnativa a Manhattan, ad un incrocio, con centinaia di comparse e molti membri della troupe; a un certo punto mi viene chiesto di presentarmi sul set, ma io avverto che la costumista aveva detto di avere bisogno di me ancora un attimo; e pochi secondi dopo, Bill si precipita nel mio camerino, completamente vestito da clown e urla: “Muoviti, muoviti! Che cazzo ci fai ancora qua? Esci di qua, cazzo!” e mi trascina urlando verso questo incrocio; tutti sono lì che ci guardano, e lui continua ad urlare, finché a un certo punto non si ferma, dicendomi “Sta’ qui, non ti muovere”; punta col dito verso un segno per terra; e inizia a girare la scena, come se niente fosse; in quel momento, stavo tremando; mi sentivo umiliata, e ancora adesso, solo a parlarne, sento ancora tutta quell’umiliazione dentro di me; se mi comportavo così, era solo per paura di sbagliare; e prima di scrivere il libro, (l’autobiografia Dying By Politeness, uscita in America nell’ottobre 2022, ndr) non avevo mai raccontato a nessuno di queste cose; mi sono portata dentro questa vergogna… credevo che tutto fosse successo per colpa mia.”