Non tutti sanno che Gino Paoli, dall’11 luglio 1963, vive con un proiettile nel cuore. L’artista, infatti, quel giorno tentò il suicidio sparandosi un colpo di pistola al cuore. La pallottola si fermò nel torace senza intaccare organi vitali ma fu impossibile asportarla chirurgicamente. Il cantante raccontato cosa successe quel giorno e nel tempo, anche Stefania Sandrelli e Ornella Vanoni hanno raccontato la loro versione dei fatti.
Gino Paoli, in un’intervista al Corriere della Sera, raccontando il suo tentativo di suicidio ha detto: “Ogni suicidio è diverso, e privato. È l’unico modo per scegliere: perché le cose cruciali della vita, l’amore e la morte, non si scelgono; tu non scegli di nascere, né di amare, né di morire. Il suicidio è l’unico, arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. Ma io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero. Il proiettile bucò il cuore e si conficcò nel pericardio, dov’è tuttora incapsulato. Ero a casa da solo. Anna, allora mia moglie, era partita; ma aveva lasciato le chiavi a un amico, che poco dopo entrò a vedere come stavo“.
Qualche anno dopo, nel maggio del 2019, intervistato da Walter Veltroni su 7 del Corriere della Sera, il cantautore genovese ha raccontato perché tentò il suicidio: “Per andare a vedere cosa c’era dall’altra parte. Non ho una ragione specifica. Avevo avuto tutto dalla vita. Almeno credevo di aver avuto tutto, di aver visto tutto, di non avere ormai più niente da guardare. Quindi volevo andare a vedere dall’altra parte. È una stronzata mostruosa, quello che ho fatto quel giorno. Tutto quello che poi è successo nella mia vita non lo avrei fatto e c’erano un bel po’ di cose che volevo fare e che erano belle da vivere. Che è stato bello vivere. Però i ragazzi, i giovani sono spesso cretini. Almeno io lo fui”.
“La mia ex moglie era andata a stare da un amico dall’altra parte di Genova. Io ero solo in casa. Ho preso un paio di pistole, le ho provate per vedere quale sparava più lontano – ha continuato a rivelare Gino Paoli – Le provai in un vocabolario. Sparai per vedere quanto era penetrante il colpo. C’era questa Derringer che aveva una canna piuttosto lunga quindi era più sostenuta. Poi misi un po’ di pillole sul comò e cominciai a prendere le pillole, ma era una rottura di coglioni mostruosa. Pensai, mi butto dalla finestra. Ma poi se mi vede mia madre tutto spiaccicato non è il caso, povera donna. Ad un certo punto ho pensato: mi sparo, vediamo. L’ho fatto. Come se mi avessero tirato un masso enorme addosso. Poi ho perso conoscenza. Mi sono svegliato in ospedale con il prete che mi dava l’estrema unzione e l’ho mandato a fare in culo”.
Il suo tentativo di suicidio fece arrabbiare Luigi Tenco, che si suiciderà il 27 gennaio 1967 durante il Festival di Sanremo: “La mia ex moglie, che era fuori dalla stanza dove ero in rianimazione, mi ha raccontato che Luigi Tenco diceva: ‘Non si fanno queste cose! Poi lui non le deve fare queste cose!’. Era incazzato, ce l’aveva con me”.
Stefania Sandrelli che aveva iniziato la sua relazione con Gino Paoli nel 1962, quando il cantante aveva 28 anni e lei 16, ha raccontato a Repubblica che in quei giorni era impegnata sul set: “Germi mi fece chiamare dal suo collaboratore, ‘hai un volo domani, se vuoi andare’, io dissi di no perché volevo lavorare e non volevo finire sui giornali. Quando tornai ci rivedemmo e lì poi sarebbe nata Amanda. Successe al secondo giorno di lavorazione. Ero arrabbiata, dissi a Paoli che con quel gesto aveva dimostrato di non amarmi, lui diceva “Ma che bestia sei tu”. Ovviamente io seguivo e sapevo tutto di lui.
Ornella Vanoni, in un’intervista a Domenica in, ha ricordato di aver visto Gino Paoli in ospedale, pochi giorni dopo il tentativo di suicidio: “Mi ricordo che sono andata a trovarlo di notte. Lui era pieno di ossigeno. Sono entrata e lui continuava a ridere. Mi guardava e mi tirava i capelli”.