Harvey Weinstein, l’ex boss di Miramax e produttore di film come Pulp Fiction e The Artist, è stato riconosciuto colpevole dal tribunale di Los Angeles di stupro e di due aggressioni sessuali, ovvero la metà delle accuse per le quali era stato perseguito da quattro donne. Allo stesso tempo, la giuria lo ha prosciolto da un’altra accusa di violenza sessuale e da altre due di aggressioni sessuali.
Dopo quasi due settimane di deliberazione, la giuria – composta da otto uomini e quattro donne – ha raggiunto un verdetto, per quale Harvey Weinstein rischia ora una condanna fino a 24 anni di carcere. Gli episodi di cui è stato accusato sarebbero avvenuti in alcuni noti alberghi di Los Angeles tra il 2004 e il 2013. Quattro donne hanno testimoniato anonimamente, accusando il produttore di essere state costrette a fare sesso. Una quinta donna ha deciso di non testimoniare.
La giuria, come detto, non è stata in grado di arrivare ad un verdetto su altri tre capi d’accusa, uno dei quali riguarda Jennifer Siebel Newsom, la moglie del governatore della California Gavin Newsom. In mancanza di prove forensi o resoconti di testimoni oculari delle aggressioni, il caso dipendeva fortemente dalle storie e dalla credibilità delle quattro donne al centro delle accuse.
“Harvey Weinstein è un predatore e uno stupratore degenerato che attirava le sue ignare vittime nelle camere d’albergo prima di masturbarsi di fronte a loro, palpeggiarle o stuprarle. Gli hotel erano le sue trappole. Confinate tra quelle pareti, le vittime non avevano possibilità di sfuggire alla sua massa imponente. Nessuno sentiva le loro grida, nessuno le vedeva mentre si rannicchiavano”, ha dichiarato nella sua arringa finale la vice-procuratore distrettuale Marlene Martinez.