Giuliano Giuliani, calciatore di Serie A attivo negli anni ’80 e ’90,come portiere, è morto il 14 novembre 1996 a causa di una crisi polmonare, una conseguenza dell’AIDS che gli era stato diagnosticato pochi anni prima. Giuliani aveva solo 38 anni, ed era ricoverato presso il reparto Malattie infettive dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, città dove risiedeva dal 1993, dopo la fine della sua carriera.
Tuttavia, la causa effettiva del decesso di Giuliani non fu divulgata in via ufficiale e nei giorni immediatamente successivi alla sua scomparsa attorno al destino dell’abile portiere si addensarono voci e sospetti che però, avrebbero trovato conferma ufficiale solo quindici anni dopo, sulle colonne del quotidiano Libero. In un’intervista concessa il 10 novembre 2010, infatti l’ex moglie Raffaella Del Rosario svelò per la prima volta come a uccidere Giuliani fosse stato l’AIDS.
Nulla di certo si è mai saputo, e mai probabilmente si saprà, sulle modalità del contagio; la stessa Del Rosario, interpellata dalla Gazzetta nel 2018, corroborò la voce secondo cui il marito si sarebbe ammalato già nel 1989, durante un incontro sessuale occasionale durante lo sposalizio di Diego Maradona a Buenos Aires. E sarebbe stato Giuliani in persona a rivelare alla moglie le circostanze del proprio adulterio.
“A voce bassa mi confidò che mi aveva tradita una volta. Una sola volta. Una scappatella, il 7 novembre 1989, al matrimonio di Maradona a Buenos Aires. Io non andai perché avevo appena partorito”
Un atto di sincerità, resosi necessario dopo la scoperta della malattia, consapevolezza che portò Del Rosario a lasciare immediatamente il marito, salvo poi tentare un riavvicinamento negli ultimi momenti della vita del portiere
“Era più triste del solito. Mi guardava, ma non parlava. Poi, di botto, senza mai fermarsi mi disse che aveva fatto delle analisi e che il responso era che aveva contratto il virus dell’Hiv e non aveva scampo. Fu una coltellata nel petto. Non riuscivo neppure a parlare. Ma dentro mi chiedevo: perché proprio a me? Ma come è potuto accadere, lui che non si era mai drogato, che era un atleta, che non amava la vita notturna? Per me furono sei mesi di inferno, perché dovetti sottopormi a dei test. C’era da impazzire. Fortunatamente non ero stata contagiata, ma non potevo più stare con un uomo che mi aveva tradita. Così lo lasciai. Ma sono rimasta come unico sostegno di una vita che stava terminando. Anche quando seppi che stava molto male, in ospedale, andai di corsa da lui”
Un ripensamento, purtroppo, tardivo: “Non ebbi nemmeno il tempo di capire, di parlare coi medici: quella stessa sera Giuliano morì per una crisi polmonare, dovuta allo stato avanzato della malattia“,
Da quel momento, il ricordo del portiere campione d’Italia, proprio con Maradona, scomparve dalla collettività: “nessuno dei vecchi compagni di pallone si fece vivo, anche negli anni che seguirono. Nessuno ha avuto un pensiero per lui. Chiesi a Maradona e al presidente Ferlaino di organizzare una partita per ricordarlo, non risposero neppure. Come se Giuliano non ci fosse mai stato“.
Un rammarico, reiterato, a distanza di anni, durante un’intervista radiofonica a Radio Amore: “Nessuno l’ha mai ricordato, tranne i suoi tifosi. Credo sia colpa della sua malattia, come se fosse morto di un’onta che deve pagare; una malattia legata all’omosessualità e alla droga? Non sia mai, hanno voluto evitare uno scandalo, tenere tutto nascosto, come spesso capita in un mondo non sano come quello“.
Nel febbraio 2024, la figlia maggiore della coppia ha dichiarato al Resto del Carlino di aver conosciuto le vere cause della morte del padre solo una volta compiuta la maggiore età: “Venivo tenuta in una bolla di vetro, al punto che ho scoperto da sola la sua malattia a 18 anni facendo una ricerca per il diploma al liceo linguistico. Mi avevano sempre detto che era morto per un tumore ai polmoni. E conoscere la verità in quel modo è stato orrendo“.
Giuliani e Del Rosario si erano conosciuti nel 1987, quando l’uomo vestiva la maglia del Verona, da poco scudettato: “Un colpo di fulmine. Poi fu venduto al Napoli“, racconta ancora la moglie a Libero. E nel capoluogo campano, Giuliani si sarebbe tolto le maggiori soddisfazioni, con uno Scudetto e una Coppa Uefa, prima di chiudere la carriera all’Udinese: “Gruppo fantastico, si esce a cena insieme, ci si diverte tutte le sere. Festeggiamo il tricolore su un traghetto. Il tragitto sul pullman è incredibile, con i tifosi aggrappati ai finestrini per tre ore. Poi la cena, la festa, emozioni irripetibili”