La mia parola è il brano con cui Shablo debutta in gara a Sanremo 2025, unendo rap, R&B e sonorità black in una fusione di generi e generazioni. Attraverso le voci di Guè, Joshua e Tormento, il significato della canzone ha a che fare con la durezza della vita urbana, tra cemento, smog e la mancanza di alternative, in un contesto che non lascia scampo a chi è senza mezzi.
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
24h 7 su 7 no stop
Siamo in sbatti sbatti per arrivare al top
Tu fai chatty chatty io faccio parlare il mio flow
Non ti danno abbracci qua sei da solo nel block
Io le mando baci lei che per me è la più hot
Mi dicevi taci, ora però sono il goat
Quaggiù odi e ami a giudicarmi è Dio
Amo la mia mami, amo sti money e l’hip-hop
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
Suona dal basso questo gospel
È la voce di chi raccoglie le forze
Nonostante tutto mette da parte i forse qui vince la legge del più forte
È rap è blues e gin & juice
Fai il mio nome tre volte beetlejuice
Suona ancora più forte bad and boujee
Rock’n’roll lo sai party & bullshit
La voce del blocco suonerà più forte
Per quelle volte che ci hanno chiuso le porte
E ho solo una word, se dico che hai la mia parola
Lo sanno i miei g, questa è la way that we live
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
Shablo, produttore italo-argentino tra i più influenti della scena urban italiana, porta per la prima volta il suo mondo musicale sul palco dell’Ariston. Il brano alterna le voci di tre artisti appartenenti a epoche diverse del rap italiano: Tormento, pioniere del genere con i Sottotono; Guè, storico compagno di viaggio di Shablo nel panorama hip-hop; e Joshua, giovane rappresentante delle nuove leve. Ma La mia parola non è solo rap: nel brano emergono influenze gospel, jazz e soul, creando un’atmosfera che, secondo lo stesso Shablo, trova un luogo d’ascolto ideale persino in una chiesa.
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Questa inedita sperimentazione musicale rappresenta una delle novità più interessanti di Sanremo 2025, portando un genere tipicamente urbano all’interno di un contesto tradizionale. Shablo, che si definisce più un creativo che un semplice produttore, mescola sonorità e culture, rispecchiando le sue radici argentine e italiane. E come il mate, sua bevanda immancabile, La mia parola è un rituale che unisce passato e presente in un’unica miscela di suoni e significati.