Laura Antonelli è morta a causa di un infarto che l’ha colpita a 73 anni nel suo bilocale di Ladispoli il 22 giugno del 2015. A trovare l’attrice priva di vita, un lunedì mattina, fu la badante. Dopo la sua morte, fu deciso solo un esame autoptico e non l’autopsia. L’attrice, icona sexy del cinema italiano, era assente dalla scena pubblica da tempo, una sparizione che arrivò al culmine di un periodo di crisi, dovuto sia a vicende giudiziarie che alle conseguenze di un intervento estetico andato male.
Negli anni ’70 Laura Antonelli si impose nel panorama del cinema italiano grazie al ruolo nel film Malizia di Salvatore Samperi, che inaugurò la sua carriera di attrice sex symbol in pellicole come Peccato veniale, Mio Dio, come sono caduta in basso! e Divina creatura.
Nel 1991, l’attrice venne accusata e arrestata di spaccio di stupefacenti, dopo che la polizia aveva rinvenuto cocaina nella sua abitazione. Dopo ben nove anni venne assolta in appello poiché dichiarata consumatrice e non spacciatrice di sostanze stupefacenti.
A seguito della proposta di girare il sequel di Malizia, Antonelli si sottopose, sotto spinta della produzione, a una serie di interventi estetici ai quali sviluppò una reazione avversa che causò effetti devastanti sul suo volto. L’attrice chiese un risarcimento miliardario, ma al termine del processo le sue istanze furono rifiutate. Anni di battaglie legali e di problemi fisici ed economici minarono la salute mentale della donna, che andò incontro a una severa depressione.
Resta famoso l’intervento dell’attore ed ex collega Lino Banfi, che lanciò un appello affinché Antonelli ricevesse un sussidio economico. L’attrice, dal canto suo, preferì essere dimenticata, e si negò fino alla fine alla luce dei riflettori. Negli ultimi anni aveva riscoperto la fede, e al suo funerale, tenutosi nella Chiesa di Santa Maria del Rosario a Ladispoli, parteciparono centinaia di persone, fra cui volti noti del cinema come gli amici Lino Banfi, Enrico Montesano e Claudia Koll.