Negli anni ’70 in molti si chiedevano se Lucio Battisti fosse fascista o comunque di destra. La risposta a questa domanda è no, almeno secondo Mogol. Il simbolismo di alcuni brani, come “le braccia alzate” de La collina dei ciliegi, secondo il noto paroliere è stato interpretato male.
Chi ha vissuto gli anni’70, ricorda che se da una parte c’erano i cantautori vicini alla sinistra, come Francesco Guccini, dall’altra c’erano cantanti considerati di destra, come Lucio Battisti. L’artista non ha mai parlato di politica, ma alcuni brani sono passati alla storia come canzoni con simboli fascisti. In particolare La collina dei ciliegi. Il verso “Planando sopra boschi di braccia tese“, secondo Mogol, non si riferiva al saluto fascista “Quelle braccia non erano un simbolo politico“, ha detto lo storico paroliere, come si legge sul Corriere della Sera.
“Lo hanno detto anche per quelle della copertina di Il mio canto libero. Ma sono braccia con i palmi aperti come per un’invocazione al signore“, ha raccontato Mogol. “Volevano darmi del fascista perché non facevo canzoni impegnate. Non ho mai sentito Lucio parlare di politica: semplicemente non scrivevamo canzoni per il comunismo. I dischi di Lucio vennero trovati nel covo delle BR: fu un fatto storico“.
In quegli anni si diceva che Lucio Battisti finanziasse Il Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. La questione è stata riaperta alcuni anni fa. “Fui io a trovare la nota confidenziale dei servizi segreti che attribuiva a Lucio Battisti un ruolo di finanziatore dell’estrema destra“, ha raccontato Aldo Giannuli, storico e consulente di vari magistrati in materia di intelligence a Rockol.it