Il caso dei fratelli Lyle ed Erik Menendez, attualmente al centro della serie Monsters, sarà riesaminato dall’ufficio del procuratore distrettuale George Gascón della contea di Los Angeles con una prima udienza prevista per il 26 novembre. Gascon ha spiegato, in riferimento a due nuove prove sul caso, che c’è del potenziale per una revisione della sentenza o addirittura per un nuovo processo. Le nuove prove in questione dovrebbero dimostrare che i fratelli uccisero i loro genitori perché il padre abusava di loro e perché temevano di essere uccisi e non perché volevano intascare la loro eredità.
Come scrive CBS News, il procuratore distrettuale Gascon ha spiegato che il pubblico ministero sta esaminando due nuove prove che erano state presentate dai Menendez lo scorso anno. La prima è una lettera scritta da Erik a suo cugino Andres Cano nel 1988, mesi prima che lui e suo fratello uccidessero i loro genitori Jose e Kitty a fucilate. Nella missiva in questione Erik faceva riferimento agli abusi sessuali subiti dal padre. Di particolare interesse, è il seguente passaggio, riportato dai media:
“Sto cercando di evitare papà. Sta succedendo ancora, Andy, ma per me ora è peggio… ogni notte resto sveglio pensando che lui possa entrare (nella mia stanza)… Ho paura…. è pazzo. Centinaia di volte mi ha detto di non dirlo a nessuno, soprattutto a Lyle”
Va sottolineato che Andres Cano aveva già testimoniato nel processo e aveva detto, tra le altre cose, che Erik gli aveva confidato degli abusi sessuali per capire se certi massaggi ai genitali erano la normalità di un rapporto padre-figlio. Cano visse un forte senso di colpa per non essere stato d’aiuto ai cugini e nel tempo sviluppò dei terrori notturni, per il quale assumeva dei farmaci. Farmaci che gli causarono un’overdose fatale nel 2003.
Un’altra prova sulla quale Erik e Lyle Menendez fanno affidamento è la testimonianza del cantante Roy Rossellò, che tra gli anni ’80 e ’80 faceva parte della band dei Menudo, di cui faceva parte anche un giovanissimo Ricky Martin, e che fu messa a contratto dalla RCA, la major in cui lavorava Jose Menendez. Come spiega CBS News, Rosellò ha raccontato che nei primi anni ’80 andò a casa di Jose Menendez su indicazione del manager della band, Edgardo Diaz. All’epoca Roy aveva 14 o 15 anni e a casa Menendez iniziò a sentirsi stordito dopo aver bevuto un calice di vino. A quel punto, racconta Rossellò, che José lo portò in una camera e lo violentò. Il giovane artista fu stuprato anche in due occasioni successive.
Il caso dei Menendez è tornato all’attenzione internazionale dopo l’uscita della serie Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez – che tra l’altro i fratelli avevano anche apertamente criticato. Oggi i fratelli Menendez sono detenuti nello stesso carcere a San Diego e sono sposati. La sentenza definitiva ricevuta nel ’96 li ha condannati al carcere a vita, ma chissà se le nuove indagini cambieranno il loro destino. Le due nuove prove dovrebbero dimostrare che i Menendez avevano ragione quando sostenevano di aver ucciso i genitori dopo anni di abusi da parte del padre e perché temevano che Josè e Kitty li avrebbero uccisi. L’accusa invece sosteneva che i due fratelli erano unicamente interessati all’eredità dei ricchissimi genitori, tanto che dopo l’omicidio iniziarono a spendere migliaia di dollari tra viaggia, auto di lusso, rolex e abiti firmati.