Marco Columbro ha parlato più volte della malattia che lo ha colpito nel 2001, un ictus causato da un’aneurisma cerebrale e per il quale si è ritrovato in coma. Columbro fu operato a Novara e nel corso degli anni ha dovuto affrontare un lungo percorso di riabilitazione, reimparando a fare le operazioni più semplici. Oggi il conduttore sta bene, a dispetto della fake news che lo vogliono morto. Ma in realtà, come dice lui, “sono morto per la tv, che non mi ha più voluto”.
Alla fine del novembre del 2001 Marco Columbro si era fermato a Viareggio da suo padre dopo essere stato a Graglia, per visitare un monastero tibetano. Successivamente l’attore era stato tre giorni a Biella per una conferenza e nella stanza di albergo fu colpito da un ictus per il quale finì in coma per ben 25 giorni. Come riportò Adnkronos, agli inizi di dicembre 2001 dopo un primo ricovero a Biella, Columbro fu operato a Novara dall’equipe medica guidata dal dottor Carlo Bellotti, responsabile del reparto di neurochirurgia. L’intervento durò tre ore e mezza. Poche ore dopo l’intervento, scrisse Repubblica, su Columbro si abbatté un altro dramma, con la morte di suo padre, Angelo Columbro, che aveva 85 anni. I familiari decisero di non dire nulla a Columbro, considerate le sue precarie condizioni di salute.
Di quei giorni però, Columbro ricorda poco, come riporta Fanpage: “Ricordavo di aver parlato con il Dalai Lama. Lui venne davvero a trovarmi, ma io ero in coma. L’ho visto con gli occhi dell’anima. Addirittura gli parlai, gli chiesi: “Che cos’è la compassione” e io sentii la sua risposta: “Tu sei la compassione” ha ricordato in trasmissione a Oggi un altro giorno, con Serena Bortone.
Marco Columbro si svegliò dal coma il giorno della vigilia di Natale con la sensazione che sarebbero state molte le difficoltà per tornare a una vita normale. Lo stesso presentatore ha ammesso, durante un’intervista a Bella Ma, di essere stato costretto a iniziare da capo la sua vita come fosse un bambino. Marco ha dovuto infatti imparare da capo azioni basilari che solitamente si apprendono nei primi anni di vita, ma che una malattia come questa rende complicatissime da svolgere.
“Non riuscivo a fare cose banali, come saltare a piedi uniti, e parlavo rallentato: ero preoccupato di non poter più tornare a fare teatro. Ho dovuto imparare nuovamente a fare tutto: la barba, camminare, usare le posate, come fossi un bambino che nasce in un corpo da adulto, ma con la mente a pezzi. Grazie a quell’ictus, però, i dottori hanno scoperto un aneurisma che avevo nel cervello e che probabilmente mi sarebbe stato fatale”
Columbro a La vita in diretta parlò anche dell’affetto degli amici più cari, che gli furono vicini e racconta un aneddoto su Lorella Cuccarini, sua partner televisiva per molto tempo: “Ero più sensibile dopo la malattia. Grazie alla malattia ho affinato una grande sensibilità. Lorella mi è venuta a trovarmi quando ero in rianimazione e svenne ma è bello raccontarlo così. La forza per superare un momento così difficile lo si trova nella famiglia, negli amici e nelle centinaia di lettera da parte dei colleghi, alcuni li conoscevo bene alcuni no. Mi ha toccato, il pubblico che prega per te vuole dire che lo hai toccato in qualche maniera e ti restituisce l’amore che tu già hai donato loro“
Oggi, nonostante le visite mediche di rito da fare per chi ha avuto una patologia come lui, Marco sta bene e a breve compirà 73 anni.