Juliette Binoche, Marion Cotillard e Isabelle Huppert sono tra le 50 artiste francesi che si sono simbolicamente tagliate i capelli in un video che mostra solidarietà alle donne iraniane che stanno portando avanti le proteste per richiedere maggiore libertà dopo la morte della 22enne Mahsa Amini. Nel filmato, a sostegno della campagna #HairForFreedom, vediamo anche Isabelle Adjani, Berenice Bejo, Laure Calamy, Julie Gayet, Charlotte Gainsbourg e Alexandra Lamy.
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Mahsa Amini è morta il 16 settembre mentre si trovava sotto la custodia della polizia dopo essere stata arrestata per non aver indossato correttamente l’hijab in conformità con le rigide leggi religiose dell’Iran. La polizia dice che è morta per un attacco di cuore, ma testimoni oculari e persone che sono state detenute con la giovane donna hanno detto che è stata picchiata duramente. Nei giorni successivi alla tragedia, le donne di tutto il mondo si sono tagliate una ciocca di capelli ed hanno postato l’atto sui social network in segno di solidarietà per tutte le donne iraniane. Il video, accompagnato dall’hashtag #HairForFreedom, è stato pubblicato su Instagram questa mattina.
Juliette Binoche dà il via al video, tenendo i propri capelli in alto e tagliandone poi una grossa ciocca, dichiarando “For Freedom“. Mentre scorrono le immagini delle tante donne che hanno preso parte all’iniziativa, risuona una commovente versione di Bella Ciao, brano simbolo della resistenza antifascista, intonato in questo caso dall’artista iraniana Gandom. Il video si conclude con un’immagine dell’artista e regista franco-iraniana Marjane Satrapi, che ha affrontato la questione dei diritti delle donne in Iran nella sua pluripremiata graphic novel Persepolis.
“Dalla morte di Mahsa, il popolo iraniano, guidato da donne, ha protestato mettendo a rischio la propria vita. Queste persone sperano solo nell’accesso alle libertà più essenziali. Queste donne, questi uomini, chiedono il nostro sostegno“, si legge in una dichiarazione che accompagna il video. “Il loro coraggio e la loro dignità ci obbligano ad agire. Impossibile non denunciare ancora e ancora questa terribile repressione. Ci sono state decine di morti, compresi bambini. Gli arresti stanno aumentando, e quindi il numero dei prigionieri già detenuti illegalmente e troppo spesso torturati“.