Dopo la morte di Heath Ledger, Michelle Williams e la figlia Matilda sono state sommerse dall’attenzione dei paparazzi. Nel 2007 l’attore – con il quale in quel momento non aveva più una relazione sentimentale – è morto per un’overdose. In una nuova intervista al Guardian, l’attrice candidata all’Oscar – ora sposata con il regista Thomas Kail, racconta di aver cercato di raccogliere i pezzi mentre veniva seguita dalle telecamere nel quartiere di Brooklyn dove viveva con il compagno.
“La sensazione di essere osservati è molto, molto profonda“, dice Williams al The Guardian, “perché ti impedisce di vivere la tua vita. E per un po’ mi è sembrato un tale impedimento a essere naturale e libera, che io e mia figlia ci siamo trasferite fuori città“. La star di Fabelmans ha trasferito la figlia in una fattoria a nord di New York. “Abbiamo vissuto in campagna perché lì mi sentivo più capace di vivere una vita non osservata“, racconta la nativa del Montana.
Negli ultimi anni, tuttavia, la Williams e la sua famiglia si sono trasferite a Brooklyn, anche se l’attrice riconosce di sentirsi ancora in vista, data la sua passata esperienza con i paparazzi. “Mi sento rafforzata e più capace, ma certamente ho una consapevolezza che vorrei poter eliminare, perché cambia il modo in cui ti muovi nel mondo”, dice. Matilda ha ora 17 anni e Williams si meraviglia nel vedere la figlia adolescente navigare in un mondo post #MeToo: “Sono cresciuta negli anni ’80“, dice la star di Blue Valentine, che si è battuta per la parità salariale a Hollywood. “L’autostima non veniva trasmessa alle giovani donne. E ora lo è. Lo vedo in mia figlia e non riesco a toglierle gli occhi di dosso. È un miracolo glorioso a cui non avrei mai pensato di assistere nel corso della mia vita“. E continua: “Pensavo di dover insegnare a mia figlia come sovvertire se stessa e nascondersi per tenersi al sicuro. E invece il sistema è esploso e questi giovani agiscono con compassione, integrità e rettitudine”.