Il bacio tra Leonid Brezhnev e Erich Honecker, rappresentato sul muro di Berlino, nelle ultime ore ha suscitato qualche equivoco. Alcuni hanno creduto che il presidente tedesco stesse baciando Mikhail Gorbaciov. I due politici si incontrarono a Berlino Est poco prima della caduta del muro di Berlino, ma il bacio di commiato tra i due non è quello rappresentato sul murales ed ora esposto all’East Side Gallery.
1989: IL BACIO TRA GORBACIOV E HONECKER. Poi cadde il muro di Berlino #Gorbaciov #murodiberlino RIP pic.twitter.com/lWbsMWhIpv
— chiara visentin (@archidueChiara) August 30, 2022
Ieri 30 agosto è morto Michail Gorbaciov, l’uomo diventato famoso per aver cercato di democratizzare l’Unione Sovietica, le sue parole d’ordine furono glasnost (trasparenza) e perestrojka (ristrutturazione). La sua politica portò alla caduta dell’Unione Sovietica e l’unificazione delle due Germanie, subito dopo la caduta del Muro di Berlino.
Poco prima di questo storico evento, Gorbaciov si recò in Germania dell’Est per incontrare Erich Honecker, Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica Democratica Tedesca e fiero oppositore della perestrojka, rifiutando tutti i cambiamenti. I cronisti politici che seguirono l’incontro lo descrissero molto freddo, così come distaccato fu il saluto e il bacio di commiato tra i due.
Di tutt’altro tenore il bacio alla russa scambiato da Erich Honecker e Leonid Brezhnev, immortalato dalla foto della giornalista Barbara Klemm, scattato durante un vertice del 1979. Il bacio, che suggellava la fratellanza di due popoli, soprattutto in funzione della guerra fredda contro l’occidente, fu riprodotto sul muro di Berlino in un murale satirico, ora all’East Side Gallery, intitolato Mein Gott, hilf mir, diese tödliche Liebe zu überleben (Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale), chiamato anche Bruderkuß (Bacio fraterno), opera dell’artista Dmitri Vrubel, morto il14 agosto 2022. Il bacio è diventato un simbolo della caduta del muro e forse per questo molti hanno confuso Leonid Breznev con Michail Gorbaciov.