Il membro della band cult dei Backstreet Boys, Nick Carter, è stato citato in giudizio per un fatto risalente al 2001. Si parla di un’accusa di violenza sessuale nei confronti di una ragazza all’epoca 17enne, quindi minorenne. Nel 2001 il cantante aveva 21 anni. La storia ha rapidamente invaso tutte le prime pagine dei quotidiani anche se molto spesso si fa presto a passare da accusato a condannato.
TMZ, e successivamente Rolling Stone, parlano di una ragazza di nome Shannon Ruth che all’epoca pare fosse stata invitata da Carter sul tour bus del gruppo musicale dopo un concerto a Tacoma, Washington. TMZ parla di una fonte molto vicina a Nick che smentisce categoricamente quanto accaduto, sottolineando come Nick sia ancora affranto dalla morte del fratello scomparso.
I documenti legali sottolineano come la ragazza abbia deposto che le era stato offerto da bere da Nick. Quando lei chiese del succo di mela le venne servito uno al mirtillo rosso dal sapore spento ma che lei bevve per cortesia. Ora sospetta che dentro ci fosse dell’alcol perché subito dopo, sempre lei sottolinea, fu portata in bagno, come riporta il The Guardian, e costretta a praticare al cantante del sesso orale.
La ragazza è affetta da autismo e paralisi cerebrale e ha sottolineato come proprio per questo il cantante fosse stato molto scortese offendendola anche sotto quel punto di vista. Tra l’altro la ragazza era anche vergine e quella sera contrasse l’HPV, sempre secondo la sua testimonianza. Ora chiede i danni per quanto accaduto.
Purtroppo però non si tratta della prima accusa nei confronti di Carter. Nel 2018 Melissa Schuman affermò pubblicamente che il cantante l’aveva costretta ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà quando aveva 18 anni e lui 22. Carter negò quanto accaduto, specificando di essere rattristato dalle sue accuse.