Il fratello di Paolo Calissano, a due anni dalla scomparsa dell’attore, ha svelato in un’intervista al Corriere della Sera che la causa della sua morte sarebbe dovuta ad un suicidio, dovuto ad “un’intossicazione da antidepressivi”, non all’abuso di stupefacenti. Roberto Calissano ha specificato che per lui è difficile ammettere un’ipotesi del genere.
Roberto Calissano racconta: “Il pm ha indagato per undici mesi sulla morte di Paolo, aveva disposto un esame tossicologico molto approfondito. La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da antidepressivi. Quella sera Paolo accettò il rischio di morire, molto probabilmente. Mai avrei pensato di dirlo, ma credo sia andata così. È molto doloroso per me ammetterlo. Sono state ricostruite le difficoltà patrimoniali di Paolo“.
Paolo Calissano aveva vissuto momenti difficili, abbandonato da amici e parenti come spiega sempre il fratello: “Non riusciva a lavorare. Aveva scritto sceneggiature. Le ho lette e sono molto belle. Una era la sua autobiografia, raccontava una storia in comunità, La foresta dei pini d’argento. Mio fratello era capace e molto appassionato”. L’ultima volta si sentirono il 19 dicembre pochi giorni dopo la sua morte: “Era molto giù. Non gli feci abbastanza domande. Tutto rimase nella sfera del non detto”.
Il momento più duro per l’attore era iniziato quando si era spenta una sua amica per overdose nel suo appartamento, vent’anni fa. Da lì aveva affrontato molte difficoltà, vivendo però anche momenti di grande entusiasmo professionale e personale.