A Bari Giuseppe Sconditti porta lo spettacolo Paolo Sorrentino vieni, devo dirti una cosa. Ha debuttato la settimana scorsa al Teatro Kismet ed è tornato in scena nei giorni a seguire in un contesto che si rende già curioso fin dal titolo. A La Repubblica spiega: “Non mi prese per The Young Pope e ora sento di dovergli dire delle cose”.
L’artista sottolinea: “Lo faccio in questo monologo, gli dico delle cose e per questo l’ho invitato a teatro, lo aspetto. Spero che accetti di venire perché ho prenotato per lui dei posti. Non posso dire altro perché potrei spoilerare troppo”. Inutile dire che così ha creato un’aurea di mistero attorno alla sua performance che ha portato i tanti fan del regista campano a farsi delle domande.
Continua Sconditti: “Il lavoro per la costruzione dello spettacolo è stato molto lungo, si parla moltissimo di cinema. L’ho realizzato con Gabriele Gerets Albanese che è coautore del testo e regista e con noi mio fratello Giacomo che ha diretto i contributi cinematografici”. L’attore veniva dal monologo 1 e 95 in cui si raccontava citandosi fin dal titolo con la sua altezza: “Qui però è tutto molto diverso”.
La recitazione è il suo sogno da sempre: “È la passione della mia vita, la motivazione che ho per stare al mondo. Devo ringraziare la mia famiglia perché mi ha permesso di coltivare questo sogno e mi ha sempre sostenuto. Sono tanti i sogni che non ho ancora realizzato e credo che sia difficile che si realizzino. Mi piacere suonare il pianoforte divinamente, raggiungere in una settimana un fisico perfetto e mangiare dolci senza ingrassare. E in ultima istanza il sogno più grande è tornare a vivere da Milano a Bari, la mia città”.