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Home » Personaggi » Perché la sentenza di Filippo Turetta esclude la crudeltà, pur condannandolo all’ergastolo?

Perché la sentenza di Filippo Turetta esclude la crudeltà, pur condannandolo all’ergastolo?

Ecco perché la corte, nel condannare Turetta all'ergastolo, ha escluso l'aggravante della crudeltà. Il processo oggi è in tv a Un giorno in pretura.
Fabio FuscoDi Fabio Fusco3 Dicembre 2024
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Filippo Turetta scortato dai militari
Filippo Turetta scortato dai militari
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Oggi Filippo Turetta, il ragazzo che nel 2023 ha ucciso la sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin, è stato condannato all’ergastolo, ma la sentenza ha escluso l’aggravante della crudeltà e molti si sono chiesti il motivo di questa scelta. La risposta ce la da l’avvocato Giuseppe Di Palo con un post su Instagram spiegando che l’aggravante della crudeltà si applica quando l’autore del reato causa sofferenze ulteriori alla vittima, andando oltre il necessario per compiere il fatto e mostrando un comportamento particolarmente grave. Da questo punto di vista, evidentemente la corte ritiene che le 75 coltellate inferte da Turetta a Giulia non rappresentassero crudeltà. Ma leggiamo cosa ha detto l’avvocato al termine del processo, che stasera sarà riproposto in tv a Un giorno in pretura. 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da 𝐀𝐯𝐯. 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐃𝐢 𝐏𝐚𝐥𝐨 (@avv_giuseppe_di_palo)

Nella caption del suo post, l’avvocato Di Palo spiega:

“Secondo quanto chiarito dalla Corte di Cassazione, l’aggravante della crudeltà si configura quando il comportamento dell’autore del reato eccede rispetto alla normalità causale del fatto, determinando sofferenze aggiuntive alla vittima e rivelando un atteggiamento interiore particolarmente riprovevole. Questo significa che non basta il semplice numero di colpi inferti o la gravità dell’atto per parlare di crudeltà in senso giuridico: è necessario che emerga un’ulteriore intenzione di infliggere sofferenze gratuite, che vada oltre ciò che è richiesto per compiere il crimine.

Nel caso specifico di Turetta, la Corte ha ritenuto (evidentemente, per quanto le motivazioni non siano state depositate) che, pur nella gravità assoluta della condotta, non vi fossero elementi per qualificare il suo comportamento come crudele secondo la definizione prevista dalla legge.

È importante comunque e ancora una volta sottolineare che questa esclusione non implica che l’azione non sia stata crudele secondo quello che è senso comune o morale, né può rivelare un “ridimensionamento” complessivo del fatto”

Semplificando, secondo il legale la corte non considera l’atto di Filippo Turetta non crudele, secondo il significato che ognuno di noi dà a questo termine, ma stabilisce giuridicamente che il ragazzo non ha inferto ulteriori sofferenze alla sua ex fidanzata.

Gino Cecchettin piange durante il minuto di rumore in memoria di Giulia
Il padre di Giulia Cecchettin si commuove durante il “minuto di rumore” per tutte le vittime di femminicidio alla Camera

Il padre di Giulia Cecchettin ha commentato la sentenza con parole equilibrate, come sempre, spiegando che non cambia nulla rispetto a ciò che prova per ciò che è stato fatto a Giulia. A prescindere dalla sentenza, che Gino Cecchettin rispetta, ritiene che ci sia molto su cui lavorare per combattere la violenza di genere. A Repubblica Cecchettin ha dichiarato:

“La mia sensazione è che abbiamo perso tutti come società. Non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri o domani. È una sensazione strana, pensavo di rimanere impassibile”. Lo ha detto ai giornalisti Gino Cecchettin, dopo la lettura della sentenza nei confronti di Filippo Turetta. “È stata fatta giustizia – ha aggiunto – la rispetto, ma dovremmo fare di più come esseri umani. La violenza di genere va combattuta con la prevenzione, con concetti forse un po’ troppo lontani. Come essere umano mi sento sconfitto”.

Giulia Cecchettin fu uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta nel novembre 2023, dopo che lei aveva chiuso la relazione l’estate precedente. I due però avevano continuato a vedersi, principalmente perché Turetta faceva enormi pressioni psicologiche sulla ragazza inviandole continuamente messaggi e con ricatti emotivi costanti. Al termine di un giro al centro commerciale, Turetta sequestrò e uccise Giulia, si sbarazzò del suo cadavere (che fu ritrovato giorni dopo) e tentò la fuga in Germania. L’anno precedente la famiglia Cecchettin aveva affrontato un’altra perdita dolorosa, quella della mamma di Giulia, Monica Camerotto, a causa di una malattia.

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